Riaperto il caso di morte dell’Empereur che la vox populi ha sempre attribuito ad avvelenamento albionico ma che la versione ufficiale aveva attribuito ad un tumore allo stomaco
E’ la ‘denuncia’ riportata sul numero di questo mese del magazine New Scientist e avanzata dal patologo forense Steven Karch che ha analizzato il caso con la sua equipe del San Francisco Medical Examiner’s Department.
La morte potrebbe infatti essere effetto di pratiche mediche un po’ troppo ‘cruente’: troppe purghe e clisteri sarebbero stata la sua rovina, sostiene Karch.
Queste ‘terapie’, somministrategli forse per i suoi problemi allo stomaco, avrebbero portato Napoleone a un deficit di potassio nell’organismo che ha causato uno scompenso del battito cardiaco tale da essergli fatale. Il caso ‘Napoleone Bonaparte’, che mori’ il 5 maggio 1821 nel suo luogo d’esilio sull’isola di Sant’Elena, archiviato come morte per cancro dopo numerose investigazioni tese a smontare l’ipotesi di un avvelenamento, potrebbe ora essere riaperto.