In tempi di crisi succede anche questo: che una multinazionale come Coca-Cola inviti a un ritorno alle cose semplici (vacanza-dalla-nonna & festa-in-famiglia); che il sindaco di una storica località marittima come Caorle minacci al grido di “pubblicità deleteria” il boicottaggio delle bollicine griffate in difesa di albergatori & ristoratori made in Veneto, e che il colosso americano, in risposta, voli a Caorle per chiarire la questione. Tutto parte dall’ultimo spot anti-recessione di Coca-Cola e dalla sua cartoon-testimonial: la piccola “Giulia di Pisa” che alla parola crisi risponde con “ottimismo”. “Forse perché a me bastano le cose semplici”, dice suggerendo la sua ricetta della felicità a basso costo: “Io preferisco andare in bici che in una supermacchina, in vacanza dalla nonna più che in un resort, la pizza al sushi, un panino al salame al caviale, perché a una festa di gala preferisco stare a casa a mangiare il ragù della mamma”.
Quando Marco Sarto, 43 anni, sindaco di Caorle, ha sentito per la prima volta lo spot alla radio era in auto. “Sono andato su YouTube, ho visto il video e non ho più avuto dubbi: quella pubblicità ci danneggia”. Detto fatto, dichiarazione di disapprovazione alle agenzie: “Spot inopportuno per contenuti e tempistica”. Invito a ritirare la pubblicità: “Meglio promuovere la felicità prodotta insieme da bollicine e vacanza”. Minaccia di una campagna di boicottaggio: “Torniamo al chinotto”. Il sindaco — ora alla guida di una lista civica di centrodestra, ma nel primo mandato di centrosinistra — ricorda quando da ragazzino sulla spiaggia si beveva praticamente solo quello. “Ecco — dice — al consumismo delle multinazionali noi rispondiamo con un chinotto, o con un buon bicchiere di vino. Non metto in discussione la bontà della Coca-Cola, ma difendo il nostro prodotto: la genuinità di una vacanza nel nostro territorio”. Antonio Borin, nel suo Savoy, è già passato ai fatti: ‘Chi beve chinotto beve Veneto’, ha dichiarato al Corriere del Veneto. E giù bicchieri di chinotto (“senza vietare la Coca”). Il vicesindaco Gianni Stival, gestore del Baja Blu, sta meditando una conversione alla Pepsi. Ascom e Apt puntano sul locale: “La famiglia media italiana non è quella dei Simpson”.
Caorle conta quasi 12 mila abitanti, ma in estate si sfiorano i 100 mila. E così Coca-Cola ha preso in mano il telefono e chiamato il sindaco per fissare un appuntamento: martedì l’incontro. “In 25 giorni mai ricevuto una critica”, afferma Alessandro Magnoni, direttore generale della Comunicazione di Coca-Cola in Italia. Progetti di ritiro? Modifiche? “Nessuno. In un momento di contrazione bisogna ritrovare la felicità. E gli italiani, dicono le ricerche, sono felici stando insieme a tavola e anche bevendo Coca-Cola”. Sarto ammette di essere rimasto un po’ sorpreso per la mancanza di accodamenti da parte di altri colleghi. Ha trovato la benedizione del vicepresidente della Regione e assessore del Turismo Franco Manzato: “Si può essere in famiglia in ogni angolo turistico del Veneto”. Ma ha anche incassato la critica di Movimento consumatori e Codici: “Si rivedano tariffe e rapporto qualità-prezzo. Se sono vantaggiosi, Caorle non ha nulla da temere”.