Home Storia&sorte Trentacinque anni fa

Trentacinque anni fa

0

 

A Pian del Rascino venne ucciso Giancarlo Esposti e i servizi provarono a perfezionare una macchinazione diabolica

Il 18 maggio 1974 la polizia di Taviani, il ministro degli interni già capo partigiano, tra i brandelli di carne e metallo in cui vennero rinvenuti i resti di Silvio Ferrari, un giovane ordinovista saltato in aria sulla sua motocicletta in circostanze non chiare, “trovò” miracolosamente intatta una copia del giornale Anno Zero. Sulla base di questo miracoloso gioco di prestigio partì il teorema dello stragismo “neonazista”. Perché lo stragismo? Già sapeva, quella polizia, che dopo qualche giorno sarebbe stata perpetrata una strage. Il cui effetto fu il superamento della contrapposizione Dc-Pci e il varo, quell’estate, del “compromesso storico”.
Dieci giorni dopo la morte di Silvio Ferrari, infatti, il giorno 28, venne perpetrata a Brescia, in Piazza della Loggia la prima di due stragi (Brescia e Italicus) che in quattro mesi avrebbero aperto la strada ai “governi di unità nazionale” con il partito comunista. Per la prima volta dopo un secolo di manifestazioni in Piazza delle Loggia, quel giorno le forze dell’ordine si schierarono in un posto diverso da quello occupato per consuetudine. E proprio lì, dove era uso che si schierassero, ma non lo fecero, l’ordigno esplose: oltretutto era nascosto in un cestino da poco perquisito.

Due giorni più tardi, il 30, venne ucciso dai gruppi speciali dei carabinieri a Pian del Rascino, nel reatino, Giancarlo Esposti cui si cercò di attribuire la strage; ma l’identikit che fu dettato al “testimone” che secondo i piani doveva addossargli la responsabilità dell’eccidio si rivelò inservibile perché Esposti che, morto, non poteva più difendersi, si era fatto crescere la barba da un mese, particolare che i depistatori ignoravano e che neutralizzò il loro tentativo d’incastro.

Questa era l’Italia di allora. Di allora? Speriamo bene.

Nessun commento

Exit mobile version