lunedì 1 Luglio 2024

Trent’anni fa a Pian del Rascino

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In uno scontro a fuoco dai risvolti mai pienamente chiariti il 30 maggio 1974 veniva ucciso dai carabinieri nella campagna reatina, Giancarlo Esposti, militante neofascista. Questo sanguinoso mistero arricchisce la fitta trama delle manovre occulte e assassine che avvolge la storia degli anni sessanta e settanta.

In uno scontro a fuoco dai risvolti mai pienamente chiariti, il 30 maggio 1974 veniva ucciso dai carabinieri nella campagna reatina, Giancarlo Esposti, militante neofascista. Questo sanguinoso mistero arricchisce la fitta trama delle manovre occulte e assassine che avvolge la storia degli anni sessanta e settanta. Nello specifico, all’indomani della sua eliminazione, si era tentato di scaricare su Esposti le responsabilità della strage di Brescia avvenuta qualche settimana prima in Piazza della Loggia durante un comizio sindacale. I servizi deviati realizzarono infatti un identikit del massacratore che era il ritratto sputato del militante caduto. Poiché il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, la manovra non riuscì per un semplice particolare: Esposti si era fatto crescere una folta barba e non corrispondeva così all’immagine ritratta dai facitori di piste che non avevano avuto il tempo di rendersi conto del nuovo aspetto assunto dal capro espiatorio designato. Da quel maggio 1974 la strategia della tensione e lo stragismo avrebbero preso un’accelerazione notevole contribuendo ad attrarre il partito comunista nell’area di governo e a far piazza pulita dei residui bastioni d’indipendenza energetica e di politica estera dell’Italia postbellica. Una serie di putsch intestini e discreti avrebbe messo fine alla tradizionale politica euro/araba perseguita dall’Italia e dal Vaticano e avrebbe insediato nei posti-chiave dell’intelligence il partito israeliano. Il tutto sarebbe stato accompagnato da una diffusa guerra civile d’élite, ovvero dagli anni di piombo che sarebbe costata centinaia di morti e quasi dieci migliaia di prigionieri politici. A trent’anni di distanza la cortina fumogena permane, rafforzata dall’accettazione acritica dei luoghi comuni imposti dagli interessi di scuderia del partito comunista.

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