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Tu chiamale se vuoi emozioni

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La scala di oggi

Roberto era un povero ragazzo dal destino sciagurato. 
Adolescente in un mondo di psicopatici che parlano solo di diritti e che ingigantiscono le fobie fino ad esaltarne le ombre cinesi, non ha retto e si è ucciso.
La sua psiche di ragazzino è stata immolata sull’altare dei dementi progressisti che vorrebbero tutto imporre, legittimare e deligittimare, con i disturbi mentali propri ai predicatori e ai commissari politici. 
Giuseppe Paladino era un uomo di cuore e di fegato.
E’ annegato per salvare dei giovani in difficoltà nel mare e lo ha fatto davanti agli occhi del figlioletto e della moglie incinta.
L’informazione e i social network in Italia hanno dedicato qualche istante distratto e fugace a quest’eroe. Lo si capisce: nessuno vuol essere eroe e morire per il dovere, molto meglio elevare giaculatorie sui propri diritti e sull’essere incompresi.
L’Italia non si riconosce più negli eroi ma nell’archetipo delle vittime per meglio esaltare il suo furfante vittimismo.
In quest’orgia confusa di squallore, oggi i principali responsabili del suicidio di Roberto invadono gli schermi e innalzano inni a se stessi e alla propria pochezza intollerante, invadente e incondizionata.
Giuseppe Paladino è stato sepolto in fretta.
Ma non solo lui è oltraggiato da questa fiera dei morti viventi, anche il povero Roberto è calpestato e usato dai suoi veri carnefici.
Così i morti viventi seppelliscono i morti.
Buon ferragosto, gente!

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