Tutt’altro
Cent’anni fa il 28 ottobre si stava vincendo la guerra, si stava facendo la Nazione e si stava dando vita all’aristocrazia socialista di trincea, a quell’uomo nuovo – o antico – che non accettava più le imposizioni della società materialista. Lo slancio rivoluzionario del nazionalismo inteso non più come patriottismo campanilistico ma come forgia di anime e spiriti si sarebbe presto unito nella fratellanza tra avversari. La Pace di Versailles e l’abbozzo dell’ordine mondialista a Ginevra indussero gli uomini temprati dalle “tempeste d’acciaio” a quel patto di ferro che avrebbe fatto godere a tutta Europa, e non solo, una splendida primavera, nel nome dell’Internazionale dei nazionalismi non più fini a se stessi.
Quattro anni più tardi, il 28 ottobre, a chiusura di un quadriennio entusiasmante caratterizzato dalla guerra civile, quell’Italia marciava su Roma e vi si ricongiungeva.
Oggi tutto è imploso e Roma va in pezzi. È tempo di riscuoterci e di rifarci allo spirito e all’anima di cent’anni fa che nulla ha a che vedere con lo sciovinismo dei bottegai ma che è al tempo stesso identitario e universale, come lo è Roma.
EDITORIALE DI SVEGLIATI EUROPA