Home Tempi Moderni Tutti presi nella rete

Tutti presi nella rete

0


non potremo  più far loro causa neppure se ci uccidono

 

Nessuna lite possibile se arriva una compagnia telefonica e piazza un’antenna o un ripetitore non graditi sul proprio palazzo. Almeno non più. Nel decreto Sviluppo 2 – per ora solo una bozza – all’articolo 29, nella sezione dedicata al digital divide da azzerare per rendere gli italiani ancora più “connessi”, spunta una norma che non farà molto piacere ai cittadini. “Il proprietario o il condominio – si legge nel testo che modifica il Codice delle comunicazioni elettroniche – non possono opporsi all’accesso dell’operatore di comunicazione al fine di installare, collegare o manutenere gli elementi di rete quali cavi, fili, riparti, linee o apparati”. 

Antenne nuove incluse. Addio dunque alle interminabili e fumose assemblee di condominio, ma anche alle carte bollate. D’ora in poi, sempre che la norma resista, l’appartamento o le parti comuni dell’edificio saranno territorio libero per i giganti delle tlc. In cambio, un’indennità al proprietario stabilita dal ministero dello Sviluppo economico, “in base all’effettiva diminuzione del valore del fondo”. 

E non finisce qui. In nome delle autostrade digitali, anche l’iter per piazzare i cavi della banda larga e ultra-larga nel sottosuolo delle strade cittadine si velocizza. I tempi per l’accoglimento della domanda da parte dei Comuni passano da 90 a 45 giorni nei casi normali, da 30 a 15 giorni per scavi inferiori ai 200 metri, con l’aggiunta del termine super ridotto di 10 giorni per “buche, apertura chiusini, posa di cavi o tubi aerei su infrastruttura esistente, allacciamento utenti”. Se il Comune non rispetta queste scadenze, ora così ristrette, scatta il silenzio-assenso. E dunque via libera alle perforatrici e agli slalom di auto e scooter tra i cantieri aperti. Con un evidente rischio caos. In più, le aziende di tlc saranno esentate dalla tassa per l’occupazione di suolo pubblico. 

D’altronde il provvedimento per la crescita, fortemente voluto dal ministro Passera, punta tutto sulla rete Internet, visto che nei prossimi anni dovrà trasportare – come prevede la prima parte del decreto dedicata all’Agenda digitale – documenti, fascicoli sanitari, pagelle e libretti universitari, certificati (compresi nascita e morte), contratti, ricette mediche, biglietti di tram e bus, carta d’identità elettronica integrata con quella sanitaria, caselle di posta certificate (Pec), e-book per le scuole, cartelle cliniche.

Slitta, intanto, dal luglio 2013 al primo gennaio 2014 l’obbligo per commercianti e professionisti di accettare il pagamento dei clienti con bancomat, carte di debito e credito. E, cosa ben più importante, sparisce la soglia di 50 euro, sopra la quale scattava l’obbligo. “Eventuali importi minimi, modalità e tempi” saranno fissati “con uno o più decreti” del ministero dello Sviluppo, “sentita la Banca d’Italia”.

Tra le novità presenti in bozza, in materia di assicurazioni, si segnala l’addio al rinnovo tacito e automatico della polizza per l’Rc auto che avrà durata massima di un anno, un maggiore contrasto alle frodi, la definizione da parte dell’Isvap di un contratto base che ciascuna compagnia deve offrire al pubblico, anche su Internet. Infine, la possibilità di collaborazione tra agenti assicurativi, anche monomandatari, con la nullità delle eventuali clausole contrarie delle rispettive compagnie. Un tentativo di reinserire il plurimandato, introdotto e poi escluso dal decreto Liberalizzazioni. 

Tra le agevolazioni fiscali offerte alle nuove “start up innovative”, che questo decreto introduce nel diritto societario italiano, c’è anche l’Iva per cassa, curiosamente finanziata da Rai e Mediaset, ovvero dai canoni annui pagati allo Stato dalle emittenti tv. Discutibile, invece, l’allentamento delle norme sulla sicurezza per i lavoratori “in azienda per un periodo non superiore a 50 giornate lavorative nell’anno solare”. 

Nessun commento

Exit mobile version