Finisce in tragedia il tentativo di un uomo di dimagrire attraverso un’operazione chirurgica. Come molti altri voleva evitare fatica e sudore. Siamo ormai incapaci di lottare anche per quello che potremmo raggiungere con un minimo impegno.
Renato Convertini, di Cisternino, era autista di ambulanze del 118 dell’ospedale di Ostuni, nel brindisino. Lo scorso 19 novembre aveva deciso di sottoporsi ad un intervento chirurgico per il ‘bendaggio gastrico in video-laparoscopia’, una tecnica per dimagrire che avrebbe dovuto consentire all’uomo di perdere qualche decina di chili.
Durante il decorso post-operatorio, però, Convertini ha avvertito dolori lancinanti, tanto che i medici del ‘Miulli’ lo hanno sottoposto ad un nuovo intervento chirurgico utile a tamponare una emorragia verificatasi nello stomaco. Tutto questo è servito a ben poco, visto che martedì scorso, a seguito di una crisi provocata da una gravissima insufficienza respiratoria, l’uomo ha perso conoscenza e da quel momento è entrato in uno stato di coma irreversibile.
Il terzo intervento operatorio, richiesto con forza da una equipe di medici e legali coinvolti nella vicenda dai parenti di Renato Convertini, è servito a stabilire che le condizioni del paziente potevano essere state provocate dalle conseguenze di una grave forma di peritonite sopraggiunta dopo il secondo intervento.
Ora il legale della famiglia, l’avvocato Domenico Tanzarella, di Ostuni, ha depositato una querela di parte presso la Procura di Bari perché si faccia luce su eventuali responsabilità da parte dei medici del ‘Miulli’. Da quanto si è saputo, nell’ospedale di Acquaviva l’intervento di ‘bendaggio’ viene eseguito frequentemente e finora non sono mai state registrate conseguenze negative.