giovedì 18 Luglio 2024

Un altro argento

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Terzo giorno: carabina

Niccolò Campriani aspettava da quattro anni il suo proiettile giusto, perché aveva perso una medaglia a Pechino proprio all’ultimo colpo. La rivincita alla fine se l’è presa nella carabina da 10 metri, una rivincita d’argento e non d’oro: era favorito, è campione del mondo, è arrivato in finale con il miglior punteggio, però ha tirato male il primo e il penultimo colpo, così la medaglia più bella se l’è presa il rumeno George Moldoveanu, quarto ai Giochi cinesi. Perché il tiro a segno è una questione di millimetri.

“Avevo questo conto aperto con me stesso e l’ho chiuso, senza rimpianti. Peccato per quel primo tiro: mi ha fregato l’agitazione, il cuore batteva forte, non sono riuscito a controllarlo con la respirazione. Perché questo bellissimo sport è tutto una faccenda di testa”.

Bella gara, occasione forse sprecata, ma bisogna smettere di pensare che il secondo arrivato alle Olimpiadi sia il primo degli sconfitti: qui, nessuno si sognerebbe mai di scrivere sulla maglietta “vincere è l’unica cosa che conta”. “Ringrazio il tiro a segno che mi ha permesso di ottenere una borsa di studio in America, di laurearmi in ingegneria manageriale e di conoscere la mia fidanzata Petra”. Che è pure lei azzurra, pure lei ai Giochi, e tiene in mano il mazzolino di fiori della premiazione, regalo del suo “Nicco”. Il quale si allena in West Virginia insieme ai nazionali americani del tiro a segno, molti dei quali sono reduci di guerra. Il suo migliore amico è senza una gamba. “Vorrei che i ragazzini si appassionassero a questo sport, è una grande lezione di autocontrollo. Ricordo che alla maturità i miei compagni erano tutti agitati, io invece mi sentivo sereno”. Medaglia d’oro sui banchi e nella vita, d’argento a Londra, Niccolò Campriani non confonde mai obiettivi e bersagli.

Malgrado Napolitano, malgrado Draghi, malgrado Monti, malgrado Passera, malgrado Grilli, malgrado la Fornero, malgrado Abate, malgrado Prandelli, c’è un’Italia che non accenna ancora a morire.


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