giovedì 18 Luglio 2024

Un anno e mezzo di guerra

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Il sanguinario circo moscovita che è servito a tutti meno che alla Russia e che si muove solo contro di noi

Un anno e mezzo fa, il 24 febbraio 2022, la Russia invadeva l’Ucraìna tirando in ballo una serie di pretesti campati in aria e tutti sbugiardati dai fatti. L’unica scusa rimasta – posto che non si sia seguito il concatenarsi degli eventi negli anni precedenti, con annessi tentativi insurrezionali promossi nel 2014 dal Cremlino – poteva essere la salvaguardia dei filorussi del Donbass dove, in otto anni, si erano avuti circa quattordicimila morti, che la Lubjanka spaccia per suoi ma sono lealisti quasi per la metà. Ma anche questo era un pretesto sfacciato, dato che nei due anni precedenti l’invasione i civili morti erano stati meno di settanta e che era in corso la descalation richiesta dalla UE all’Ucraìna in calce all’accordo di comune sviluppo che ci dava accesso alle risorse del sottosuolo.
Quell’accordo formalizzato nell’estate del 2021 fu la vera causa scatenante dell’invasione, dato che, come spiegava Andrey Kortunov, politologo russo già collaboratore di Putin, il filo-europeismo moscovita si era sbriciolato quando al Cremlino si erano accorti dell’appeal della UE che impediva a Mosca di poter recuperare l’influenza sui popoli liberatisi da essa tra il 1989 e il 1991 che, ovviamente, la detestano.
Poi ci furono i calcoli sbagliati con la sicumera di risolvere la questione rapidamente sì da mettere il mondo davanti al fatto compiuto, una smargiassata che si è accompagnata al tradimento delle relazioni e della parola data nei riguardi della Francia, che aveva armato perfino il Donbass e parlava di superamento della Nato, e della Germania che aveva eletto il governo più filorusso della sua storia.
Putin e combriccola le accoltellarono alle spalle, facendo consapevolmente il gioco degli angloamericani. Ritenevano che fosse anche il loro?

Le conseguenze di una guerra disastrosa
Sono passati diciotto mesi, cioè cinquecentoquarantasei giorni. La Russia ha già subito molte, ma  molte più perdite di uomini che nei dieci anni della guerra d’invasione – persa – in Afghanistan. Le terre occupate sono pochine per la seconda potenza militare al mondo.
Mentre si è infognata in quel ginepraio, Mosca è diventata dipendente totalmente dalla Cina e parzialmente dall’India. Ha perso terreno in quasi tutta la zona eurasiatica di sua teorica influenza, finita nell’orbita cinese e in quella americana. Ha resuscitato la Nato e allontanato, per almeno dieci anni, la possibilità di cooperazione con l’Europa in cui risiedeva la sua speranza di non soccombere nei confronti diplomatici, politici ed economici che la vede nanerottola nei riguardi di quasi tutti. Ha dovuto comporre con la Turchia, che è il suo competitor nelle spartizioni siriane e la sta cacciando dall’Armenia. Si è trincerata in Africa ma, qui, ha mano libera solo dove interessa a cinesi ed americani, ovvero dove minaccia gli interessi vitali europei. Perché al primo incontro Russia-Africa di un anno fa parteciparono 43 stati africani, a quello di quest’anno solo 17.
Risucchiata nella sua spirale psicotico-isterica, Mosca ha resuscitato Stalin, Lenin, i bei tempi dell’Urss, Lumumba e Mandela e si pone come la paladina del razzismo antibianco, mentre la Wagner saccheggia le risorse dei paesi “liberati”.

Спасибо. Gli Usa ringarziano caldorosmente
Intanto la guerra mossa dai russi ha causato (o quantomeno vi ha fortemente contribuito) alla crisi economica europea, in particolare tedesca, alla propria e a quella cinese.
Gli americani hanno incassato su tutta la linea, non solo politicamente e strategicamente ma economicamente. Gli utili idioti del Cremlino hanno permesso loro di capitalizzare definitivamente l’esportazione di shale gas e petrolio e di frenare la ripresa europea che li aveva preoccupati, cosa che avevano proclamato chiaramente. Poi l’IRA dell’Amministrazione Biden, nuova politica di sviluppo industriale, ha proiettato in avanti l’ecoomia Usa che, forse unica al mondo, va a gonfie vele ed è in procinto di festeggiare un trimestre record.
La nostra campagna di Grecia del 1941 in confronto all’invasione dell’Ucraìna di questi deficienti è stata un capolavoro napoleonico.

Brics
Non riuscendo a fare altro, i russi, attaccano solo l’Europa e fanno esclusivamente gli interessi degli americani.
Per venirne fuori contano su quelli che li stanno sfruttando come meritano, ovvero i cinesi. Puntano sullo spazio Brics e la sua ipotetica moneta da cambiare in oro.
Ma ammesso che ci riescano (e leggo aspettative entusiastiche di chi evidentemente dimentica, o mai ha saputo, che l’Asse combatteva proprio, e in maniera esplicita, la moneta-oro), la metterebbero a repentaglio con la convertibilità come De Gaulle dimostrò col Dollaro che per salvarsi l’abbandonò nel 1971.
Quello che si sta delineando è la diversificazione delle sfere in cui, laddove la società è ricca e tecnoligizzata in modo uniforme, dominano le leggi della Mafia e laddove è caotica e arretrata, quelle della Camorra. Ma poi guadagnano sempre i soliti. Basti pensare che la candidatura dell’Etiopia a entrare nei Brics è stata sostenuta e avallata dagli americani. Chi pensa che li combattano sogna: i russi sono loro pupazzi, degli altri, la maggioranza sta nel Commonwealth ed ha rapporti commerciali e strategici con gli americani. Unica incognita la Cina che però cerca la quadra e che, oltre ad essere un partner commerciale di primo livello degli Usa, è creditrice di gran parte del suo debito. Il che significa che sono gli Usa a tenere per le palle i cinesi. Ma se i cinesi riuscissero a prevalere (sono abbastanza intelligenti per farlo, niente a che vedere con i presuntuosi russi, incapaci all’atto pratico perfino d’investire nei paesi sotto loro influenza e prevedibili in tutte le loro furberie da strapazzo) andremmo di fronte a un probabile duopolio Usa-Cina che potrà far bene solo a Washington e Pechino e male a tutti gli altri. A tutti.

Dimissioni e dignità
Se avesse un minimo di dignità la calsse dirigente russa darebbe le dimissioni per intero perché una bancarotta del genere, su tutti i piani, non si era mai vista.
Ho parlato fin dal primo giorno di complicità tra russi ed americani. Oggettivamente è così da sempre. Poi, soggettivamente, Putin e il suo circo possono aver pensato che con le loro feroci buffonate avrebbero riesumato gli schemi di Jalta e tornare così a essere potenza, non più schiacciati ed erosi da tutti. Insomma, potrebbero anche aver mosso senza attendere il palcet – comunque entusiastico – di Biden & co. In tal caso allora sono molto poco intelligenti per non essersi resi conto che questo fenomeno sarebbe stato solo locale, ai danni dell’Europa e della Russia.
Se, invece, hanno interessi in comune con il “Satana occidentale” in cui depositano ricchezze infinite spogliate al proprio popolo, dove fanno studiare i figli e svernare le amanti, se, cioè, sono proprio complici e venduti, allora fanno ovviamente  schifo.
Ma, se questo è il caso – e glielo auguriamo – si trovano così delle attenuanti alla totale demenza che ne ha accompagnato i comportamenti da un anno e mezzo e sta facendo agli Usa uno dei più grandi favori della storia. Del resto già era accaduto con l’Armata Rossa. Rabbiosi, pretenziosi quanto si voglia, ma sempre schiavi degli Wasp sono stati nella loro storia e continuano ad esserlo.
Alla fin fine nulla cambia davvero e ognuno è quello che è sempre stato.

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