venerdì 19 Luglio 2024

Un Mishima d’occidente

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Un suicidio rituale che ha il valore di una denuncia

 

da ugotassinari.it

L’eclatante suicidio di Dominique Venner, l’intellettuale militante della destra radicale francese, ha poco a che vedere con la tutela della morale cattolica agitata dagli oltranzisti cattolici che da mesi riempiono le piazze francesi per impedire la legge sui matrimoni gay. C’è del resto un precedente, quello di Alain Escoffier. Così ce lo ricorda Wikipedia:

Appartenente al Parti des forces nouvelles, partito politico di estrema destra francese, era impiegato di banca e marito di una rifugiata della Germania dell’Est. Il 10 febbraio 1977, trentesimo anniversario dei Trattati di Parigi, a 27 anni si diede fuoco sugli Champs-Élysées davanti alla sede dell’Aeroflot, la linea aerea sovietica, al grido di “Communistes assassins” («Comunisti assassini»). Il suo gesto, che voleva attirare l’attenzione sulle atrocità del comunismo e sulla divisione dell’Europa in due blocchi, richiama quello del giovane studente cecoslovacco Jan Palach e degli altri che seguirono il suo esempio durante la Primavera di Praga, morendo suicidi.

Venner ha un passato di milizia politica di tutto rispetto. Figlio di un architetto fascista, si arruola nel 1956 come volontario nei parà e resterà segnato dall’esperienza della guerra d’Algeria. Al ritorno in patria milita in Jeune Naction e aderisce alla rete clandestina dell’Oas. Detenuto per 18 mesi nel braccio dei prigionieri politici della Santé, all’uscita dal carcere scrive un saggio ispirato al “Che fare” di Lenin. Nel gennaio 1963 fonda il movimento Europe-Action che mette assieme reduci dell’Oas, membri della Federazione degli studenti nazionalisti, intellettuali collaborazionisti come Rebatet e molti giovani.

E’ poi tra i fondatori del Grece, con lo pseudonimo di Julien Lebel e poi, con il più noto Thierry Maulnier, antico militante dell’Action francaise, (Qui c’è un errore, ndr, si tratta di Europe Action) l?Istituto di studi occidentali. Alla fine degli anni 70 l’impegno militante cede all’attività saggistica, con opere sulla rivoluzione russa, i corpi franchi del Baltico, la collaborazione e la resistenza nella Francia della seconda guerra mondiale.

Il ministro degli Interni si è preoccupato subito di solidarizzare con la Chiesa francese, turbata per la profanazione della sacralità di Notre Dame, e ha liquidato il suicidio come il gesto di un uomo disperato. Ma a leggere le cose che ha scritto sul blog, sostanzialmente annunciando l’atto, si ha tutt’altra impressione.

Ci vorrà certamente – scrive Repubblica -it – un gesto nuovo, spettacolare e simbolico per scuotere la sonnolenza, scrollare le coscienze anestetizzate e risvegliare la memoria delle nostre origini”, ha scritto Venner, sul suo blog, condannando i matrimoni gay e annunciando la sua morte. “I manifestanti del 26 maggio hano ragione di gridare la loro collera. Una legge infame che, una volta votata può sempre essere abrogata”. Per Venner però “non basterà organizzare delle gentili manifestazioni di strada per impedirle (ndr le nozze gay)”. Bisognerà invece procedere a una vera “riforma intellettuale morale”.

A questo punto è per me evidente che il riferimento più immediato è al seppuku di Mishima, un sacrificio individuale per riscattare l’onore collettivo della Nazione.

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