Il 2023 andrà molto peggio
Si moltiplicano i segnali di allarme sullo stato dell’economia dell’Italia mentre i nuovi picchi dell’inflazione abbattono il potere di acquisto delle famiglie. Nel 2023 l‘economia italiana finirà nel binario della crescita zero. Lo dice il centro studi di Confindustria nelle previsioni di autunno, spiegando che il terzo trimestre di quest’anno è piatto, il quarto sarà in arretramento come anche il primo trimestre del 2023, poi ci sarà una ripresa ma a un tasso di crescita decisamente più contenuto. Dopo il +3,4% atteso per il 2022, gli economisti dell’associazione degli industriali mettono in conto per il prossimo anno una forte revisione al ribasso rispetto allo scenario di aprile (-1,6%), che porta alla stagnazione in media d’anno.
A pesare è l’impennata dell’inflazione arrivata al +8,9% annuo a settembre, su valori che non si registravano dal 1985. Ma anche lo shock energetico che “abbatte le prospettive di crescita”: Confindustria calcola che nel 2022 l’incidenza dei costi energetici sui costi di produzione salirà dal 4,6 al 9,8%, con una bolletta energetica di 110 miliardi aggiuntivi rispetto al pre-pandemia. Nella sola manifattura i costi energetici salgono di 43 miliardi. Andrà meglio “se si riuscisse a imporre un tetto di 100 euro al prezzo del gas”: il Pil “guadagnerebbe l’1,6% nel biennio”.
Nella media del 2022 l’inflazione si attesterà al +7,5%, per poi ridursi parzialmente il prossimo anno (per l’effetto meccanico di un prezzo del gas ipotizzato fermo nell’orizzonte previsivo), ma su valori ancora doppi rispetto all’obiettivo indicato dalla banca centrale.
Il rapporto sulle previsione economiche degli economisti di via dell’Astronomia delinea così uno scenario “abbastanza complesso, un po’ fosco, zavorrante”, come avverte la dg di Confindustria, Francesca Mariotti che, rivolgendosi al prossimo Governo, spiega che l’Italia:
“Dovrà fare i conti con una vera e propria emergenza nazionale. Non riguarda più solo l’industria, riguarda tutti”. Tutto questo mentre la possibilità che altri “interventi tampone non saranno sufficienti e neanche più tanto possibili: abbiamo una incertezza di tempi: quanto durerà ? Certamente non poco. Una emorragia di risorse pubbliche non possiamo permettercela”.
Così come, avverte ancora Confindustria, “sarà cruciale” evitare che salga lo spread BTp-Bund “e ciò imporrà al prossimo Governo una politica di bilancio prudente”, e va garantita “un’implementazione efficiente del Pnrr”.
Assoutenti: crollo alimentari allarmante in Italia
Mentre ora si attendono nuove stime dal Fondo Monetario Internazionale, in calendario martedì, previsioni allarmanti sono arrivate anche da Confesercenti, secondo cui la corsa dei prodotti energetici continua a spingere i prezzi e ad erodere la capacità di spesa degli italiani. Che si avviano a perdere, nella sola seconda metà del 2022, 12,1 miliardi di potere d’acquisto, circa 470 euro in meno a famiglia in soli sei mesi. Per Assoutenti, le famiglie italiane, per affrontare il caro-prezzi e le bollette alle stelle, tagliano anche spese primarie come gli alimentari, mettendo sempre meno cibo in tavola. Spiega il presidente Furio Truzzi:
“E’ allarmante soprattutto la sensibile riduzione degli acquisti alimentari, che rispetto al 2021 diminuiscono in volume del -3,5%. I numeri dell’Istat ci dicono che gli italiani, per far fronte alla crisi in atto, non solo tagliano acquisti primari come il cibo, ma cambiano anche fortemente le proprie abitudini, puntando sempre più sul risparmio: lo dimostra la crescita delle vendite presso i discount alimentari, che ad agosto salgono del +9,5% su base annua, segnando il dato più elevato tra tutti gli esercizi commerciali. A fronte di tali dati è indispensabile che il nuovo Governo tagli subito l’Iva sia sui generi alimentari, che sui beni di prima necessità, in modo da ottenere un effetto calmierante sui listini al dettaglio”.