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Un piccolo G20

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Si conclude poco ma escono fuori due tendenze, una americana e una franco-tedsca. La novità è che l’Italia, infine, sceglie la parte giusta

Misure concrete contro i paradisi fiscali, limiti comuni per i bonus ai banchieri, aumento delle risorse dell’Fmi, nuovi meccanismi di sorveglianza sugli hedge fund: questi alcuni dei principali contenuti delle conclusioni del G20 a cui stanno lavorando i leader dei Paesi che, nel loro insieme, rappresentano oltre l’80% della ricchezza mondiale. Profonda è la discussione sui paradisi fiscali: in particolare rimane aperta la questione della lista dei Paesi nel mirino. La sua compilazione potrebbe slittare ancora nel tempo mentre a Londra verrebbero definiti solo criteri per la loro identificazione e le future sanzioni. La bozza delle conclusioni, secondo quanto si è appreso, è però ancora in fase di revisione nonostante il lavoro di ‘limatura’ condotto dagli sherpa durante la notte. “Troppi stimoli fiscali e poche regole: il documento è ancora troppo sbilanciato verso gli Stati Uniti“, ha osservato una fonte. Francia e Germania chiedono di uscire da Londra con la nuova architettura del sistema finanziario internazionale e la bozza delle conclusioni, così com’è entrata stamane nella riunione dei leader del G20, non sarebbe ancora ritenuta soddisfacente. L’asse franco-tedesco vuole in particolare che il G20 dia segnali molto chiari e precisi sul fronte dell’identificazione dei paradisi fiscali, per arrivare alla compilazione della cosiddetta ‘lista-nera’, e delle misure ‘punitive’ da adottare nei loro confronti, ovvero le sanzioni.
BERLUSCONI SPOSA LINEA FRANCO-TEDESCA
”Questa è la nostra linea, siamo noi che stiamo preparando il cosiddetto ‘legal standard act’ che deve trovare il suo compimento al G8 della Maddalena”. Così il premier Silvio Berlusconi, rientrando in albergo, dopo la cena con i 20 grandi al numero 10 di Downing street, ha risposto alla domanda se l’Italia fosse sulla linea di Francia e Germania.

”Il messaggio conclusivo del G20 di Londra – ha proseguito – è ”non abbiate paura, gli stati ci sono e faranno la loro parte”. ”Stiamo vedendo e puntualizzando i vari interventi e le varie decisioni”, ha detto il premier, riferendo dei lavori preparatori al vertice di domani. ”Il mio intervento – ha aggiunto – è quello di far notare come questa crisi sia soprattutto una crisi psicologica e come i governi e gli Stati dovrebbero, a mio parere, come hanno garantito dal 10 ottobre in poi, assicurare che nessuna banca fallisca e che nessun risparmiatore perda i propri risparmi”. Il presidente del Consiglio ha parlato poi dell’incontro di domani con gli altri Capi di Stato e di governo: ”A mio parere dovrebbero garantire che nessuno dei loro cittadini che perda il lavoro sia lasciato indietro. Questa – ha continuato il premier – è la garanzia più importante per mantenere la coesione sociale e per far ritornare i cittadini alle abitudini di prima, facendoli ritornare alle abitudini all’acquisto precedenti alla crisi”. Se cosi’ fosse, ha proseguito, ”è possibile che usciremo prima da questa crisi, più presto e più forti”. Circa gli ostacoli all’intesa, Berlusconi ha detto: ”Dobbiamo vedere se qualcuno riterrà opportuno fare modifiche” al testo che gli sherpa metteranno a punto nella notte. ”Bisogna poi stendere la lista dei paradisi fiscali” anche se ”su questo credo che ci sia una convenienza di tutti”.

MISURE DI SICUREZZA IMPONENTI
Misure di sicurezza imponenti al centro congressi Excel di Londra dove da poche ore si sono riunite le delegazioni dei paesi partecipanti al vertice del G20. La polizia britannica, in un raggio di un chilometro quadrato, sta negando l’accesso all’area a chiunque non sia in possesso di un accredito. E nel cielo plumbeo dell’East End londinese l’Excel Centre pare davvero un fortino che si prepara all’assedio. A partire dalle 11.00 ore locali, infatti, numerose organizzazioni hanno pianificato una seconda giornata di protesta. Stop the War Coalition, il British Muslim Initiative, il CND e il Youth March for Jobs hanno tutte annunciato di voler manifestare il loro dissenso il piu’ vicino possibile a centro congressi dove sono riuniti i capi di governo e le loro delegazioni. Visto la logistica dell’Excel Centre, comunque, pare improbabile che i manifestanti possano avvicinarsi più di tanto. Pure i giornalisti accreditati questa mattina hanno avuto le loro difficoltà a raggiungere la sala stampa allestita all’interno del complesso. Continui check-point, bus navetta dispersi nella grigia brughiera dell’East End londinese, stringenti controlli di sicurezza e varie lungaggini burocratiche hanno reso le procedure di accredito alquanto complicate. Al momento, ad ogni modo, sono circa 10 i protestanti presenti in prossimità del centro congressi. La polizia ha fatto sapere che i manifestanti in arrivo all’Excel Centre verranno piu’ tardi dirottati in un’area attigua al ‘fortino’ del G20 ma ben al di la’ del perimetro esterno del cordone di sicurezza. Al termine delle danze il conto da pagare per le misure di protezione dei leader del G20 – tutto sulle spalle dei contribuenti britannici – sarà di 10 milioni di sterline.

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