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Un’espressione geografica

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Ecco come i geni che ci amministrano hanno risolto il dramma della denatalità

Sorpasso in culla, il record di Novi di Modena. Per la prima volta in un Comune i figli di extracomunitari superano il 50% del totale. È il melting pot all’emiliana. Il sindaco: “I bimbi per noi sono bimbi, non hanno colore”. E la Lega protesta di JENNER MELETTI
NOVI DI MODENA – Corrono sui larghi marciapiedi di piazza 1° Maggio, Ratil, Said, Floresita, Karanjiot e Aayan. Le loro mamme li controllano e li sgridano se si allontanano troppo. Su un muro, sopra la sala civica comunale, c’è un grande poster con decine di fotografie: il caporeparto italiano che insegna al pakistano come si usa il tornio.
Bimbi di tutti i colori alla scuola elementare, una famiglia indiana con nonna al centro, altri indiani in una stalla… Sotto, una scritta con l’articolo 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione…”.
Sembra l’istantanea di un paese felice. Ma le voci che si sentono al bar Commercio, di fronte al municipio, raccontano un altro paese. “Questi qui, ormai, in dapertot, sono dappertutto. A sem pin ‘d furaster, siamo pieni di forestieri”.
“Questi qui” sono gli stranieri, che hanno cominciato ad arrivare agli inizi degli anni ’90 e adesso sono 2.081, il 18,1% di una popolazione di 11.473 abitanti. E adesso, questi forestieri arrivati a Novi hanno conquistato un nuovo record: per la prima volta in un paese italiano – secondo gli studi della fondazione Leone Moressa di Venezia – le nascite di bambini figli di stranieri superano quelle dei figli di italiani, con il 51,4% del totale.
Entri all’anagrafe e capisci subito che il paese che pensava che Mantova e Reggio Emilia fossero all’estero è ormai un ricordo lontano. “Register office, bureau d’etat civil”, dicono le targhe. In fila, cinesi e pachistani, una famiglia moldava e poi un’anziana di Novi, con badante romena. Il sindaco, Luisa Turci, del Pd – in giunta c’è anche Rifondazione – è stata per decenni dirigente della Cna ed è abituata a giocare a carte scoperte. “Anche questa notizia – dice – creerà polemiche. Novi piena di immigrati, il Comune che pensa solo agli stranieri, questi che arrivano per sfruttare i servizi e le risorse accumulate per decenni da noi novesi… Mi sembra già di sentire l’opposizione Pdl e Lega nel prossimo consiglio comunale. Bambini stranieri più numerosi degli italiani? Secondo me il fatto positivo è questo: nascono bambini, e i bambini sono bambini. Divento una iena, quando si cerca di discriminare un neonato o un ragazzino per il colore della sua pelle. Gli adulti stranieri, anche se più deboli, si possono difendere. I bimbi no. E noi dobbiamo imparare da questi piccoli. In prima elementare, dove ci sono cinesi, pachistani e tanti altri, ho chiesto a una bimba italiana: ci sono stranieri, nella tua classe? Lei mi ha guardato stupita e mi ha risposto: no, non ce ne sono. Per lei ci sono Lin, Said, Hajar, compagni di classe, non stranieri”.
Alla Lega Nord il boom di nascite “extracomunitarie” è gradito come la grandine sull’uva. “Era prevedibile – dice Federica Boccaletti, capogruppo dell’opposizione – e con una politica come quella fatta dal Comune, inevitabile. Novi ha la più alta percentuale di stranieri della provincia di Modena, e il boom delle nascite è una conseguenza. Io non ho mai detto: via gli stranieri. Io dico: non basta dire venite da noi, bisogna fare una politica di integrazione. E per questa non servono i pranzi multietnici ma è necessaria un’opera di alfabetizzazione. Gli stranieri debbono conoscere le nostre leggi e le nostre tradizioni, e rispettarle. L’anno scorso c’è stato un drammatico campanello d’allarme ma non è servito a nulla”.
Il 3 ottobre 2010 Hamad Khan Butt, pachistano, assieme al figlio Humair uccise con spranghe e pietre la moglie Begm Shnez, che difendeva la figlia Nosheen, perché non accettava un matrimonio combinato dai maschi di famiglia. Anche la ragazza fu ferita gravemente.
“Adesso che c’è la crisi – dice la capogruppo leghista – bisogna stare attenti con le risorse. Gli stranieri sono sempre in cima alle graduatorie per l’asilo, la materna e altri servizi. Hanno anche le case e i servizi, costruiti però dalle famiglie novesi che da secoli lavorano qui e producono reddito”.
Il vicesindaco Italo Malagola e l’assessore Vania Pederzoli non si scompongono. Mostrano dati e tabelle. “Guardi la lista per i nidi e le materne. In testa ci sono gli italiani. Questo perché primo requisito per entrare in graduatoria è il lavoro di entrambi i genitori. Nelle famiglie straniere la donna è quasi sempre a casa e così non ottiene punti. E poi ci sono le rette per loro troppo alte, da 75 a 425 euro al nido, da 90 a 160 alla materna. E così i bambini stranieri nei nidi – noi diciamo purtroppo – sono 7 in tutto su 58. Le case comunali? Su 46 appartamenti solo 8 sono affittati ad extracomunitari. Nomi e cognomi di tutti coloro che hanno le case, sono in graduatoria per l’asilo o ricevono sussidi dal Comune, sono nostro sito internet e affissi nel’albo comunale. Anche con la crisi, riusciamo a ospitare nei nidi il 36,8% dei bimbi, contro il 27% della Regione e il 12% nazionale. Le polemiche comunque continuano, contro gli stranieri che rubano il pane agli italiani. Con tanta gente che non arriva a fine mese, chi arriva da lontano è il capro espiatorio ideale”.
“Storie già vissute”, dice Elvio Vezzani, che fu sindaco dal 1980 al 1995. “Allora il problema erano i meridionali, che venivano a fare gli intonacatori e i pavimentisti e secondo i novesi facevano prezzi stracciati rovinando il mercato”.
Daniela Malavasi è stata sindaco dal 1997 al 2007. “Durante i miei mandati gli stranieri sono aumentati dal 4 al 15%, ma non c’erano ancora tensioni. Il loro numero è infatti cresciuto con i ricongiungimenti familiari, e in paese non si incontravano più maschi soli e senza relazioni”.
Altri arrivi, nuove tensioni. Gli albanesi che furono i primi a cercare casa e lavoro ora sono 18 in tutto, i pachistani sono 432, i cinesi 788. “Si viveva di agricoltura, un tempo – dice il sindaco Luisa Turci – poi è arrivata l’industria, con la costruzione di scale. Ma con il blocco dell’edilizia ora tutto è fermo, l’industria è sparita”. Le ultime donne che furono mondine nel Vercellese ora cantano in un bellissimo coro che fa tournée a New York, a Chicago e in Irlanda. In piazza 1° Maggio restano le donne del Pakistan, che con i loro figli che vanno a scuola parlano in italiano. “Vieni, è ormai ora di cena”. 

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