Vergogne italiane
Ogni mese riceve lo stipendio, tra i 2500 e i 3000 euro al mese, ma dal 2003 non si presenta più al dipartimento dove è di ruolo dal 1997. È la storia di L.L., 62 anni, ricercatore del dipartimento di Scienze pure e applicate, settore ambientale, dell’Università di Urbino, raccontata da Il Resto del Carlino. Il quotidiano è anche riuscito a mettersi in contatto con l’uomo, che ha detto: “È vero, non faccio ricerca dal 2003. La mia carriera è andata a rotoli perché ho fatto tanti progetti, ma senza ricevere i fondi. Così sono rimasto a casa, pagato perché sono di ruolo. Ma non ho nemmeno un computer e non conosco il direttore del dipartimento. Adesso però torno in facoltà a vedere quanto mi manca per la pensione”.
Sul caso, è intervenuto il rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini, che, come riporta Il Resto del Carlino, ha detto: “Abbiamo oltre 350 docenti e questo collega non lo conosco proprio. Mi sono arrivate segnalazioni sulla sua prolungata assenza. Ora aspetto che il direttore del dipartimento mi mandi una nota ufficiale per attestare la mancanza costante di questo ricercatore. Una categoria che non ha obblighi particolari, certamente non è tenuta a timbrare il cartellino, ma è chiaro che debba fare ricerca. Se L.L. non ha prodotto nulla da 21 anni continuando a prendere lo stipendio, va chiarito tutto e subito dopo presi i necessari provvedimenti. Trovando conferme le varie segnalazioni che ho avuto, non escludo che si possa arrivare al licenziamento. Poi sarà una questione di giudice del lavoro ma non può essere una situazione da tollerare. Mi dicono che non sia a conoscenza della scuola nemmeno il suo numero di telefono”.
“Io l’ho cercato ripetutamente, ma senza successo. Non mi ha mai risposto né si è mai presentato. Io ci tengo a dire però che non sono il suo datore di lavoro, questo ruolo ce l’ha il rettore. Io ho il potere di dare parere negativi sulla produttività del ricercatore e mi sono attenuto a questo. Ma ricordo anche un’altra cosa: non ci sono obblighi di presenza per i ricercatori mentre i professori hanno il dovere di tenere le lezioni. Andrebbe inquadrato bene il problema disciplinare, ma non sarà facile”, ha dichiarato, sempre stando al Carlino, il direttore del dipartimento Andrea Vicerè.
“In astratto, un ricercatore potrebbe non farsi vedere per molto tempo se fosse impegnato nella ricerca della vita, i cui dettagli però vanno definiti e resi noti ai rispettivi dipartimenti. Qui mi sembra una situazione molto diversa e per fortuna isolata. Non mi risultano altri ricercatori assenti così a lungo e comunque c’è sempre un contatto col proprio dirigente. In questo caso invece, non c’è nemmeno il contatto telefonico”, ha concluso il rettore.