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Vergogna di toga

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Ipotesi di peccato

Un rilevante numero di giovani donne si sono prostituite con Silvio Berlusconi presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ultimo“. E’ quanto si legge nella “domanda di autorizzazione a eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del premier” firmata dai pm di Milano e inviata alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. “I pm avrebbero trovato ampi riscontri”, si legge ancora nel testo.

Secondo i documenti pubblicati sul sio della Camera dei deputati, i pm di Milano avrebbero trovato inoltre “ampi riscontri investigativi” sulle case date dal premier Silvio Berlusconi ad alcune ragazze che partecipavano alle serate di Arcore.

Il dettaglio lo ha raccontato la stessa Ruby ai pm nell’interrogatorio del 3 agosto scorso. La ragazza ha infatti spiegato che “alcune giovani donne ch partecipavano ai suddetti eventi ricevevano in corrispettivo da Silvio Berlusconi la disponibilità gratuita di appartamenti ubicati in ‘Milano Due'”.

Nella richiesta dei pm di Milano si evidenzia che “le risultanze investigative allo stato non lasciano ipotizzare che Spinelli Giuseppe sia consapevole della natura retributiva dell’altrui attività di prostituzione costituita dall’erogazione di somme di denaro e dalla concessione in comodato delle suddette abitazioni a determinati soggetti”.

“Le indagini – si legge ancora nella richiesta di perquisizione – hanno altresi’ consentito di verificare che la minore El Mahroug Karima abbia frequentato la residenza di Silvio Berlusconi in Arcore dal febbraio 2010 al maggio 2010”. Nella richiesta non sono indicate le date in cui Ruby sarebbe stata ad Arcore ma si cita la relazione della Polizia in cui si da conto dell’analisi delle celle radio-base agganciate dai telefoni utilizzati da Ruby. Da qui risulta che la giovane marocchina è stata ad Arcore il 14 febbraio, la notte tra il 20 e 21 febbraio, quella tra il 27 e 28 febbraio, il 9 marzo, il 4 e 5 aprile (Pasqua e Pasquetta), il fine settimana del 25 aprile (24, 25 e 26), la notte tra il 1 e il 2 maggio.

Stando sempre alla richiesta di autorizzazione a procedere, le dichiarazioni rese da Ruby alla Procura di Milano “fanno ritenere che Minetti Nicole, in concorso con Emilio Fede e Dario Mora (Lele, ndr), nonché in concorso con ulteriori soggetti, abbia continuativamente svolto attività di induzione e favoreggiamento alla prostituzione di soggetti maggiorenni, e della minore El Mahrou Karima individuando, selezionando, accompagnando un rilevante numero di giovani donne che si sono prostituite con Silvio Berlusconi, presso le sue residenze, dietro pagamento di corrispettivo in denaro da parte di quest’ultimo, nonché gestendo e intermediando il sistema di retribuzione delle suddette ragazze a fronte dell’attività di prostituzione”.
 

Questa volta i giudici non hanno nemmeno la prova della consumazione del presunto reato. E se ieri la D’Addario si dava beatamente al premier per poi accusarlo di averla fatta prostituire, questa volta le toghe contestano a Berlusconi di organizzare cene, di circondarsi di belle ragazze e di far loro qualche regalo.

Sulla base di queste tesi chiunque intrattenga una relazione con una ragazza intraprendente e approfittatrice e le faccia dei regali, è passibile di carcere (rischia dai 6 mesi ai 3 anni!).

Non un magistrato scrupoloso muoverebbe accuse del genere senza nemmeno la confessione della presunta vittima.

Invece, nel caso di Berlusconi abbiamo pubblici ministeri  che intendono basare l’impianto accusatorio su quello che uscirà fuori dalle perquisizioni di uffici tutt’oggi nella libera disponibilità dei presunti rei che avrebbero avuto tutto il tempo di far sparire (o di costruire) prove. Intraprendenti giudici trasmettono nel frattempo i loro teoremi ai giornalisti  perché oramai l’importante è la mediatizzazione del processo

La domanda di autorizzazione ad eseguire perquisizioni domiciliari nei confronti del deputato Berlusconi inviata alla Camera dei deputati sembra bolta ad alzare polveroni contro il premier.

Non a caso perfino D’Alema (naturalmente di nascosto) si è mostrato preoccupato  per lo strapotere della Magistratura. Niente impedisce, infatti, che di questo passo, un domani, altri possano prendere il posto di Craxi e Berlusconi 

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