Il Messico fa quasi fuori la Francia, icona del politicamente corretto
La Francia delle banlieues, la France cosmopolite, La Francia della federazione calcistica a indirizzo politico, la Francia del messaggio antilepenista, la Francia portata ai mondiali per mano, e non solo da Henry, la Francia predestinata a vincere in Sud Africa per coronare un messaggio destinato a ogni angolo del mondo, quello dell’umiliazione di tutto ciò che sappia di bianco, la Francia di Domenech e di tutti i ct che lo hanno preceduto negli ultimi ventotto anni, la Francia è quasi fuori dal mondiale di calcio.
E’ quasi fuori dal mondiale che molti volevano vincesse per il trionfo del modello glob, multirazzista e soprattutto anti-europeo.
E’ quasi fuori perché, dopo aver impattato con l’Uruguay, è stata presa a sberle dal Messico, nazione in cui le etnie convivono diversamente dal modello aggressivo e prepotente proposto dalle banlieues francesi e dal mandelismo.
E insieme ad essa è quasi fuori il Sud Africa che è a un passo dal centrare un primato non ividiabile: essere il primo Paese organizzatore che in ottant’anni di storia della Coppa del Mondo riesce a farsi sbattere fuori fin dalla prima fase.
Una delle due è matematicamente fuori, per l’altra – quella che vincesse con molte reti di scarto l’incontro diretto in programma martedì prossimo – resta da sperare in un miracolo nel risultato tra Messico e Uruguay. Un pareggio le qualificherebbe entrambe eliminando d’un sol colpo le icone del politicamente corretto. Se invece le squadre latinoamericane non pareggeranno, qualche spiraglio resta, alla Francia, solo se sarà il Messico a battere l’Uruguay con un punteggio secco, al Sud Africa, solo se sarà l’Uruguay a liquidare il Messico. E, ovviamente, solo se chi prevalesse nel derby dei Domenech, dovesse vincere con un buon scarto.
Resta insomma da affidarsi solo alla magia. Finora le vuvuzuelas non hanno funzionato, se non a suggerire un loro utilizzo più consono e meno fastidioso.
Meglio, molto meglio, Zapata!
