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Volkswagen torna all’antico

Elettrico dopodomani

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Ma prima di festeggiare va considerato che questo dipende anche dal divieto di accesso al litio e al cobalto determinato da russi e americani dal Donbass all’Africa

Il gruppo Volkswagen ha analizzato la richiesta di auto elettriche e non ritenendola sufficiente in relazione alle sue aspettative ha deciso di rivedere investimenti e progetti che ricadono sulle strategie di elettrificazione della gamma. La produzione di batterie rientra in questo campo. Ecco l’ultima decisione presa dal costruttore tedesco.
La notizia Se l’andamento della domanda europea in relazione alle auto elettriche è deludente, qualcosa va rivisto. E’ questo il ragionamento che ha spinto il Gruppo Volkswagen a rimescolare le carte, rivedendo anche i progetti relativi la costruzione di nuove fabbriche di batterie. Così ha preso la decisione di bloccare momentaneamente tutti i processi che avrebbero portato alla realizzazione del quarto sito produttivo in una località tra Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia e Slovacchia e ha fermato ogni discorso con il governo ceco per un impianto nei pressi dell’aeroporto di Líně, un comune a poco più di dieci chilometri da Pilsen.
In soli due anni i piani sono cambiati Era il 2021 quando il gruppo Volkswagen presentava la sua strategia di elettrificazione della gamma, che comprendeva anche i processi produttivi. A tal proposito, si parlava della realizzazione di 6 fabbriche per le batterie (gigafactory) entro la fine del 2030. A oggi Volkswagen ne ha già tre: Salzgitter, in Germania, Valencia, in Spagna, e St. Thomas, in Ontario (foto sopra), quest’ultimo favorito dagli incentivi americani previsti dall’Inflation Reduction Act (IRA). I tre siti garantiscono al momento una capacità di produzione fino a 200 GWh all’anno. L’idea del quarto sito sposava la ricerca di una sede europea e da tempo si paventava l’ipotesi che a ospitare la nuova gigafactory sarebbe stato un Paese dell’Europa dell’Est.

Le speranze cadono con le parole di Oliver Blume Proprio per questa ragione, nei mesi passati Praga ha instaurato un dialogo continuativo con Wolfsburg, sfruttando anche il legame in famiglia grazie alla presenza del marchio Skoda. Di buone notizie però non se ne è mai parlato e le parole dell’amministratore delegato del gruppo automobilistico, Oliver Blume, non lasciano intravedere buoni sviluppi: “in un’atmosfera molto amichevole, abbiamo discusso dell’attuale situazione in Europa e di come il processo di adozione della mobilità elettrica nell’Unione stia rallentando, contrariamente alle aspettative. Sulla base delle condizioni di mercato, tra cui la lenta crescita dei veicoli a batteria in Europa, per il momento non c’è alcuna logica commerciale nel prendere una decisione su ulteriori siti”. Tutto molto coerente in base a quanto messo in mostra dal mercato europeo, della serie…non si fa il passo più lungo della gamba. A quanto pare però, il governo ceco non sembra voler attendere gli sviluppi di un mercato che è molto altalenante: “non possiamo aspettare oltre e non possiamo continuare a bloccare il terreno per questo progetto”, ha dichiarato il primo ministro Petr Fiala. “Ci concentreremo su altre iniziative”. Porte aperte a un altro costruttore bisognoso di produrre batterie.

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