Popoli e Paesi si radicano sul Mito.
E’ il mito, in effetti, a conferire forma all’idea che le genti hanno della propria comunità, a confermare la solidità delle fondamenta etiche e spesso giuridiche di uno Stato.
Così, la Francia ha la rivoluzione, gli Stati Uniti le guerre d’indipendenza, Israele addirittura le fonti bibliche.
La Germania, sconfitta, soffre proprio della caduta del Mito, al punto che – deposto Wotan e reso illegale ogni empito d’orgoglio tedesco che non sia calcistico o industriale – i sociologi si interrogano su come colmare questo vuoto identitario.
Roma aveva Enea e i Gemelli, l’eroe figlio di Venere che si battè a Troia e sbarcò sulle coste laziali per dare continuitá alla sua stirpe, e i figli di Marte accolti dalla Lupa.
L’Italia d’oggi è fondata sul 25 aprile, ovvero è legittimata dal più vile atto di tradimento della storia militare del XX secolo e anche stavolta onorerà assassini, stupratori e mafiosi.
A guardarsi intorno, è tutto ironicamente coerente.