domenica 12 Ottobre 2025

La scoperta dell’acqua calda

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A Roma si è soliti usare l’espressione , giusto per ribadire o rammentare al “pontificatore” di turno, che molto probabilmente non ci sta raccontando niente di nuovo. Ovvero che la soluzione che ci sta proponendo non è poi così originale.
Un po’ quello che il governo italiano ci rammenta tutti i giorni sulle testate dei più autorevoli quotidiani: spending review, meno evasori uguale meno tasse, meno burocrazia più meritocrazia, ecc..
Poi ti accorgi che la famosa “scoperta”, non è nient’altro che un modo per rimandare o “annacquare” veri / seri provvedimenti sul come amministrare lo Stato.
Perché alla fine, il più grande dei problemi di questa Italia, di questa Europa e se vogliamo, di questo Mondo è amministrare bene la propria Nazione.
…Se la conoscenza della lingua straniera fosse sinonimo di buon diplomatico, il miglior ministro degli esteri sarebbe il portiere del Hotel Excelsior….con questa battuta, un politico della prima repubblica liquidava un giornalista troppo saccente nel giudizio sul rappresentante della Farnesina; oggi possiamo mutuare questa storiella in .
Politica e finanza non vanno d’accordo, l’ingerenza di quest’ultima negli affari economici di Stati sovrani è qualcosa di aberrante. Laddove per anni chi manovrava la finanza mondiale non era mai riuscito a entrare, negli ultimi periodi abbiamo assisto alla spoliazione dell’esercizio della politica a beneficio della finanza.
Una finanza, come disse qualcuno, che ha sostituito l’economia. Tanto ciò è vero, che nella volatilità dei mercati e nell’in-stabilità politica, la finanza trova terreno fertile per arrivare al proprio scopo. Compra a poco, vendi a tanto; spendi poco, guadagni tanto; domanda e offerta; una semplice equazione matematica.
Appunto un’equazione matematica, asettica, brutale, ma non perfetta; perché se fosse vero il contrario (matematica finanziaria = infallibilità), non avremmo periodicamente i default. Pilotati o no.

Ora il problema, additato tale da tutti, sembra la Germania della Sig.ra Merkel. Perché? La Germania negli ultimi 20 anni ha unificato due Stati (di cui uno uscito, come tutti sappiamo, dal controllo politico/economico della ex URSS), ha risistemato i propri conti, rimanendo al tempo stesso la forza trainante dell’economia europea.
I propri titoli di Stato (i famosi Bund), sono appetibili a qualsiasi gestore fondi; non tanto per il rendimento, ma proprio per la famosa tripla A.
Non ci vuole un genio finanziario per capire che un portafoglio che abbia tali titoli è equamente distribuito e bilanciato, rispetto a un altro che abbia una composizione più speculativa; avendo minor rating, devono necessariamente remunerare di più le proprie obbligazioni per venderle sui mercati. Alla fine un cane che si morde la coda: emetto obbligazioni a un tasso sempre maggiore per attrarre investitori (= liquidità per gli Stati), ma s ono “retato” sempre più in maniera negativa perché l’obbligazione, in termini d’interesse, pesa maggiormente sulle casse dello Stato.
Non solo, per effetto dell’inflazione avere il titolo tedesco in portafoglio, equivale pagare (e non essere remunerati) le casse tedesche.
Ovviamente questo processo virtuoso ha avuto un costo, sul cittadino germanico.
Oggi la Sig.ra esige rigore e onestà dalle altre Nazioni europee; per Lei, per la Germania i tedeschi hanno pagato a sufficienza la propria integrità contabile interna, il proprio virtuosismo economico, la propria aderenza all’EU.
Questo a casa mia si chiama “soluzione del problema” e sicuramente non è la famosa scoperta dell’acqua calda.

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