giovedì 18 Luglio 2024

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In America danno farmaci e antidepressivi ai bambini troppo vivaci. E se non basta, li schiaffano direttamente in prigione.

NEW YORK – Essere mandato dal preside o al limite essere sospeso sembrava una punizione troppo poco severa da infliggere a Jerry Trujillo, un bambino di otto anni che aveva colpito un compagno durante una partita di basket, così il personale di una scuola elementare del New Mexico lo ha spedito in prigione.

Il piccolo Jerry stava in piedi contro un muro e piangeva quando la madre è arrivata alla stazione della polizia dove era tenuto in custodia. I poliziotti, chiamati dallo psicologo della scuola lo avevano ammanettato e portato via e, stando ai racconti del bambino, tenuto in una stanza buia e minacciato.

L’episodio ha sconvolto la madre e gli avvocati che hanno consideratro il caso. “In 15 anni di esperienza – ha detto il procuratore della città di Espanola, Shery Raphaelson – non ho mai visto un comportamento simile da parte della polizia”. “Era impossibile tenerlo a bada – hanno dichiarato in difesa i poliziotti venuti a prendere Jerry -, era troppo agitato”. Una piccola peste insomma. Agli educatori di Espanola non è sembrato che ci fosse altra soluzione che la custodia nella prigione per adulti della cittadina.

Jerry aveva colpito un compagno e si era poi rifiutato di tornare in classe. Era stato allora affidato allo psicologo che di fronte ai pianti del bambino aveva utilizzato le minacce: “Se non smetti di piangere ti mandiamo in prigione”, avrebbe detto. Di fronte alle lacrime insistenti del piccolo Jerry, lo psicologo ha chiamato davvero la polizia mettendo il bambino di fronte ad una scelta: “Tornare in classe o andare in prigione”.







Il capo della polizia sosterebbe che Anjelica, la madre del bambino, era stata contattata al telefono e aveva acconsentito. Lei però adesso nega, riferendo che Jerry avrebbe chiesto solo di tornare a casa.

Il soprintendente delle scuole di Espanola ha fatto sapere che indagini saranno immediatamente avviate sull’incidente e che è atteso un rapporto dalla preside della scuola Corinne Salazar. L’episodio ha lasciato sconcertata l’America anche alla luce delle polemiche di questi mesi sui metodi usati per tenere a bada gli sfoghi dei bambini. Spesso, infatti, per i bambini troppo vivaci si ricorre alla prescrizione di farmaci e antidepressivi, accusati di aumentare la tendenza al suicidio e a comportamenti violenti se somministrati su minori.

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