La tecnica per costringere le componenti a non tradire la consegna del voto per il Quirinale
Un sistema simile a quello usato dalla mafia per controllare il voto. È quello che oggi gli “onorevoli” hanno applicato in aula per eleggere il Presidente della Repubblica. Gli è servito per contarsi, serrare le fila ed evitare i “franchi tiratori”.
Gli è servito per impedire la libera espressione del voto. Un metodo semplice, semplice. Efficace quanto un colpo di pistola alla tempia.
Scrivevano sulla scheda lo stesso candidato, ma in forme diverse: mettendo il nome prima del cognome e viceversa, scrivendo per esteso il cognome e lasciando il nome indicato dalla prima lettera seguita dal punto, e viceversa. Le combinazioni erano diverse, e ognuna di queste riconduceva al gruppo parlamentare che aveva dato indicazione.
Pensate. Fanno leggi per punire con la reclusione il voto di scambio politico-mafioso (416-ter), poi lo usano in Parlamento in occasione dell’elezione della più alta carica dello Stato.
Queste le espressioni usate per indicare il candidato Sergio Mattarella:
‘Sergio Mattarella’
‘Mattarella Sergio’
‘Mattarella’
‘Mattarella S.’
‘S. Mattarella’
‘On. Sergio Mattarella’
‘On. Mattarella’
‘Prof. Mattarella’
Dietro ogni sigla c’è un gruppo parlamentare che tira il guinzaglio a senatori e deputati.