giovedì 18 Luglio 2024

Non è apologia

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Ma per l’Atac è diffamazione

Adornò l’autobus con le bandierine nere, in segno di cordoglio, che circondavano il display con la scritta «Onore al Duce», inserita al posto del numero di linea. Poi, una volta agghindato il mezzo pubblico a lutto, postò su Facebook la foto. Una scena tra il folkloristico e il provocatorio allestita il 28 aprile del 2012 dall’autista Giuseppe De Persis per commemorare l’anniversario della morte di Benito Mussolini. Ora, a distanza di tre anni dalla bravata, il conducente rischia di finire sotto processo con l’accusa di diffamazione aggravata nei confronti di Atac. La formulazione del capo imputazione è stata imposta dal gup, che ha respinto la ricostruzione della procura arrivata a conclusioni diverse sul reato da contestare al conducente.
L’ipotesi della procura
Il pm Francesco Polino ha, infatti, chiuso l’indagine avanzando l’ipotesi che l’autista si fosse reso colpevole di apologia di fascismo. Una distinta configurazione del fatto tra procura e gup, sotto l’aspetto penale, che comporterà innanzitutto la costituzione nel procedimento di Atac come parte civile. Secondo il giudice dell’udienza preliminare, il conducente intendeva danneggiare l’azienda attribuendo ad Atac la volontà di ricordare la scomparsa del dittatore con la scritta sul display. Una ricostruzione scartata dalla procura, convinta che il gesto fosse un’iniziativa singola dell’autista, intenzionato a celebrare la morte di Mussolini.
La foto su Facebook
La diatriba giuridica comunque non cambia quanto avvenuto il 28 aprile 2012, quando De Persis arrivò alla rimessa di Acilia e cominciò a maneggiare il dispositivo per cambiare la scritta sul display in modo da far comparire la frase «Onore al Duce». Non del tutto soddisfatto, contornò le tre parole di bandierine nere. Una volta terminata la decorazione commemorativa del bus, De Persis immortalò il mezzo con una foto che pubblicava sul social network, dove fu condivisa da decine di utenti. Seguirono i più svariati commenti, che imposero subito all’azienda di aprire un’indagine interna contro l’autore dello scatto. L’autista fu individuato in pochi giorni e subito denunciato all’autorità giudiziaria.  

 

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