sabato 20 Luglio 2024

Difendersi non è reato

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La procura di Cremona chieda subito scusa 

Non c’erano 50 o 60 fascisti. Non erano presenti militanti di CasaPound delle altre regioni. Erano i militanti del centro sociale ad avere le mazze, non quelli di Cpi. E, soprattutto, gli antifascisti non erano gli aggrediti ma gli aggressori: dopo gli arresti di ieri e la conferenza stampa della questura, i fatti avvenuti il 18 gennaio scorso a Cremonaacquistano una luce nuova.

Il centro sociale Dordoni ha mentito su tutta la linea, ormai è acclarato. E ora la politica locale incalza la sinistra istituzionale che si è schierata a difesa del centro sociale: “Chiedano scusa”.

Marcello Ventura, di Fratelli d’Italia, attacca: “Il sindaco si deve vergognare per aver fatto certe affermazioni antifasciste dispensando sentenze come se avesse sempre la verità in tasca incolpando chi in realtà ha subito l’aggressione e naturalmente ha reagito”.

Anche il capogruppo leghista Alessandro Carpani è duro: “Tutte le istituzioni e partiti che hanno accusato Casapound per gli scontri del 18 gennaio devono chiedere scusa”.

Intanto continuano a emergere nuovi particolari sull’indagine. Le intercettazioni avvenute nella stanza d’ospedale di Emilio Visigalli quando costui è uscito dal coma lasciano pochi dubbi circa i propositi dell’uomo: “Quel Galli lo lascio senza denti per tutta la vita…che passi anche fino a 90 anni…quel Galli deve veramente augurarsi che io sia all’ospedale il più a lungo possibile, perché quando esco lui ha finito di vivere”.

Le intercettazioni fanno luce anche su un’altra aggressione, quella avvenuta il 17 gennaio, quando un ragazzo era stato aggredito fuori da un locale da un militante del Dordoni solo perché amico del leader locale di Casa Pound.

Nel frattempo sono cominciati gli interrogatori degli arrestati. I primi a parlare sono stati gli esponenti di CasaPound arrestati, che hanno ribadito di essere stati aggrediti e hanno negato di aver colpito Visigalli. Ora sarà il turno degli esponenti del Dordoni. 

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