venerdì 19 Luglio 2024

I rubli di Mosca

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Quei comunisti italiani che oggi criticano tanto il lecchinaggio nei confronti della superpotenza straniera rappresentata dagli Usa, dal post-fascismo fino alla caduta del muro di Berlino non han fatto altro che eseguire gli ordini (spesso molto ignobili) dell’altra superpotenza dell’epoca, l’Urss.

« Ricordo la volta in cui Domenico Rea, una firma prestigiosa di “ Paese Sera”, fece un viaggio in Russia. Tornò inorridito per quello che vide. Me ne parlò a lungo. Quello che scrisse fu di tutt’altro tono. Del resto, come facevi? Sapevamo tutti da dove venivano i soldi. Il limite era nei fatti » . Chi parla è Ruggiero Guarini, oggi editorialista e scrittore. Dal 1952 al 1957 è stato capo della redazione napoletana di “ Paese Sera”, il quotidiano comunista diventato organo della corrente più filo- sovietica del Pci. Armando Cossutta, che lo prese in mano nel 1982, ha raccontato di aver ricevuto da Mosca 10 miliardi per risanare il giornale. Ma anche prima di quella data, il condizionamento si sentiva. Guarini ricorda bene quegli anni: « Non era concepibile che si scrivesse una riga anche solo lievemente critica nei confronti dell’Urss » . Ai suoi tempi, ricorda, furoreggiava il movimento dei partigiani della pace, un’invenzione di Stalin.

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