venerdì 19 Luglio 2024

Le vite violente di Charles e Lynndie

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L’ordinario squallore delle esistenze di Charles Graner e Lynndie England, i due soldati USA immortalati nelle ormai celebri foto della vergogna di Abu Ghraib. Due storie americane.


NEW YORK – La prigione in Pennsylvania dove lavorava come secondino fu coinvolta in una storia di abusi sui detenuti. Il suo matrimonio è finito in un divorzio costellato da accuse di violenze domestiche. Per rifarsi una vita, l’ex marine Charles Graner era andato in Iraq con una divisa della polizia militare, ma a quanto pare non è riuscito a lasciare a casa i propri istinti: le foto sulle torture ad Abu Ghraib lo hanno fatto diventare uno dei protagonisti dello scandalo che imbarazza e indigna l’America. Le immagini della vergogna lo ritraggono in piedi sorridente vicino a piramidi di corpi umani nudi, insieme alla soldatessa Lynndie England, la fidanzata del momento (secondo alcune voci aspetterebbe un figlio da Graner). Charles e Lynndie, sono ora in basi militari negli Usa in attesa che il Pentagono decida il loro destino. Per Graner è pronta la corte marziale. Una storia, la sua, segnata da episodi che oggi suonano come campanelli d’allarme non ascoltati. Nel maggio 1996, quando lasciò i marines, andò a presentarsi all’amministrazione carceraria della Pennsylvania. Due anni dopo il carcere si trovò al centro di uno scandalo. Nelle mani dei procuratori locali arrivarono 36 videocassette che mostravano le guardie che prendevano a calci i detenuti. L’inchiesta portò al licenziamento di 4 agenti, ma Graner ne uscì indenne. Negli stessi anni Graner era impegnato in un divorzio diventato una battaglia legale. Nel ’97 la moglie Staci lo lasciò e nel febbraio del ’98 lo accusò di essere entrato in casa sua con la forza: «Mi ha sollevato e gettato contro un muro», sostenne Staci. I giudici hanno emesso contro di lui almeno tre ordini di star lontano dall’ex moglie e dai figli.
E ieri altre foto scandalo sono state pubblicate dal Washington Post. In prima pagina c’è sempre lei Lynndie R. England, la soldatessa di 21 anni che in un corridoio di Abu Ghraib trascina un iracheno completamente nudo al guinzaglio. Minuta, i capelli tagliati corti a caschetto. Già divorziata a 20 anni dopo un matrimonio con un commesso del locale supermercato durato lo spazio di un mattino, è cresciuta fin dall’età di due anni in una casa-roulotte a Fort Ashby. L’intero paese era orgoglioso di Lynndie. Oggi la gente non parla, e chi parla ha fatto marcia indietro: «Dovrebbero pagare caro per quel che hanno fatto: avevano abbastanza addestramento per saper distinguere il bene dal male, e hanno fatto del male». Lynndie è ora confinata in una base della North Carolina, degradata da specialista a soldato semplice. Anche lei è in attesa che il Pentagono decida il suo destino.

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