domenica 22 Dicembre 2024

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Quattro statue romane, da trasferire dal Museo delle Terme di Diocleziano a Palazzo Chigi. La richiesta di autorizzazione al trasferimento è stata presentata da Silvio Berlusconi al ministero dei Beni Culturali, denuncia il Pd. Che a riguardo ha presentato un’interrogazione al ministro Bondi, sottolineando l’alto valore delle opere, che andrebbero ad ornare “gli spazi privati del presidente del Consiglio”. “Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiesto al ministero dei Beni Culturali di autorizzare il trasferimento di quattro statue romane dal Museo delle Terme di Diocleziano a Palazzo Chigi”, rende noto la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. “Si tratta di statue, di alto valore artistico – prosegue – attualmente non esposte al pubblico per una cronica carenza di fondi che, anche a seguito del taglio contenuto nell’ultima manovra finanziaria, non consente la riapertura degli spazi espositivi che ospitarono il primo museo nazionale di Roma, dopo l’Unità d’Italia”. “Precludere al pubblico la fruizione di queste opere d’arte e usarle per il decoro degli spazi privati del presidente del Consiglio – conclude Ghizzoni – appare una scelta profondamente sbagliata, così come errata sarebbe la decisione di smembrare collezioni archeologiche pubbliche per di più per soddisfare richieste che ricordano vezzi napoleonici. Per questo abbiamo presentato una interrogazione al ministro Bondi per fare luce sulla vicenda e chiedere l’apertura al pubblico degli spazi espositivi delle Terme di Diocleziano di Roma”. Ma la Sovrintendenza ha già dato il via libera alla richiesta di Berlusconi, e anche oggi il responsabile Angelo Bottini, conferma il suo sì, ricordando che quella dei prestiti dai musei alle Istituzioni è una prassi frequente e consolidata. “Non vedo lo scandalo”, dice Bottini. Mentre sottolinea che le opere – tre, e non quattro statue in marmo di epoca imperiale – “non erano esposte al pubblico e non avrebbero potuto esserlo per molto tempo”. Adesso invece potranno essere ammirate. Soprattutto la più importante, un gruppo con Venere e Marte (ma i volti secondo la consuetudine dell’epoca fanno riferimento a personaggi imperiali) che andrà ad ornare la sommità dello scalone d’onore di Palazzo Chigi, dove passano per esempio i capi di Stato in visita al governo. Insomma, nota il soprintendente, dietro il prestito “non c’è nessuna valenza politica, c’è una valenza istituzionale”.

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