venerdì 19 Luglio 2024

Reality show a Torino

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Sullo sfondo del G8 un gioco privo di senso e che a qualcuno costerà caro

Scoppi, fumogeni, il rumore degli elicotteri che sorvolano l’area del castello del Valentino: a Torino scene di guerriglia urbana. Dopo che le prime linee del corteo degli studenti (solo tremila per un raduno che si voleva europeo) sono entrate in contatto con le forze dell’ordine sono divampati gli scontri. Il bilancio finale della giornata è di 19 feriti tra le forze dell’ordine e 2 giovani fermati. Tra i manifestanti, molti indossavano caschi, parastinchi e imbracciavano bastoni. L’aria in corso Marconi è stata resa irrespirabile dai lacrimogeni lanciati dalle forze dell’ordine. Il corteo che ha manifestato contro il G8 University Summit è partito intorno alle 12 e ha percorso Via Po in direzione Piazza Castello. Il corteo è stato aperto da un’onda fatta di cartapesta e da uno striscione con la scritta “Un’altra volta, un’altra onda. Voi il fallimento del presente, noi l’anomalia del futuro”. I giovani hanno distribuito tra i manifestanti un bigliettino con un numero di telefono da chiamare nel caso necessitassero di “supporto legale”. Lungo il corteo presenti persone che indossano una pettorina arancione con la scritta “supporto legale” e il relativo numero di telefono.

E così altri giovani pagheranno le conseguenze legali di una messa in scena inutile quanto sterile.

Purtroppo la fu sinistra radicale sta assumendo sempre più i connotati della destra terminale. Fare ammuina per fare ammuina senza alcun’azione strutturale previa e successiva, senza creare consenso od organizzare dissenso. Infatti sono approdati anche loro all’acquisizone di quell’etichetta paralizzante: “antagonista”.

Siamo sempre più avantinnell’acquisizione della sindrome da hooligan, buona per la tribalizzazione urbana ma del tutto deleteria per ogni azione politica e negante ogni metodolgia e mentalità rivoluzionaria.

Questo è il dato di questa storia. L’altra considerazione necessaria è che ci si deve augurare che si assottigli il numero dei complessati che dall’altra parte si dispiacciono perché “dovevamo farlo (anche) noi”. Cosa, il reality? La politica – specie quella rivoluzionaria – segue ben altri percorsi, questa è sopravvivenza di vetero-capetti e conservazione di riflessi condizionati all’interno di un processo di agonia.

Che qualche ragazzetto pagherà anche penalmente per concedere a qualche piccolo ras di giocare delle carte pre-elettorali.

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