venerdì 19 Luglio 2024

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Il New York Times attacca la giustizia italiana in difesa di Amanda. Ma tacete e ridateci Carlo Parlanti e Chico Forti

 Alla vigilia della testimonianza della principale imputata al processo di Perugia per l’assassinio di Meredith Kercher, il New York Times ha dedicato ad Amanda Knox un commento molto duro nei confronti della magistratura italiana intitolato ”un’innocente all’estero”.

”Il caso contro Knox ha tante così tante crepe ed è così legato alla carriera di un potente procuratore italiano incriminato per comportamento scorretto che qualunque giuria seria lo avrebbe gia’ ricusato da mesi”, scrive Thimoty Egan riferendosi al pm Giuliano Mignini. ”Questo non significa che i tribunali italiani non siano onesti…La sorte di Knox è nelle mani di sei giurati, fra loro due giudici, che si riuniscono due giorni a settimana e prenderanno a breve una lunga pausa estiva prima di arrivare a un verdetto in autunno”, aggiunge il commentatore, la cui figlia era, al momento del delitto in Italia per un periodo di studio, anche lei proveniente da Seattle come l’imputata, precisando che non intende mettere a confronto il sistema giudiziario italiano con quello americano per ”decidere quale sia il migliore”.

Piuttosto il suo scopo, scrive, è quello di parlare di Meredith ma soprattutto di Amanda Knox, ”una studentessa altrettanto vivace della vittima la cui vita è stata quasi distrutta dalla collisione fra un giornalismo rapace e una procura sciatta”.

Il giornalista deplora, fra l’altro, il primo interrogatorio di Knox durato un’intera notte, senza la presenza di un avvocato o di un interprete ufficiale, così come il fatto che la procura abbia in seguito lasciato trapelare dettagli scabrosi sulla vita sessuale di Amanda, ”una cosa che non sarebbe stata mai fatta con un uomo”. (questa è fantastica!…)

Douglas Preston, autore americano di best seller che si era stabilito nella campagna di Firenze, impegnato in un libro sul mostro di Firenze, insieme al giornalista italiano Mario Spezi, aveva evidenziato come il procuratore di Perugia, Mignini, fosse lo stesso che avesse riaperto il caso sugli omicidi in serie attribuiti a Pacciani e ai suoi ‘compagni di merende’ nell’ipotesi che fossero coinvolti nelle pratiche sataniste di un gruppo di notabili toscani.

Lo stesso che, ricorda il New York Times, lo ha fatto fuggire dall’Italia dopo averlo interrogato e minacciato di arresto, ”con gli stessi metodi” usati con Amanda, ”un metodo che ora sta venendo alla luce nel caso di comportamento scorretto istruito contro di lui”.

Fantastici ‘sti americani. Vogliono indietro Amanda come i boia del Cermis, perché, in quanto americani, sono al di sopra di tutti? Ma iniziate a rilasciare Chico Forti e Carlo Parlanti – quest’ultimo lo avete addirittura sequestrato – persone che tenete in prigione, da innocenti, già da anni e cui non garantite neppure le cure mediche!

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