venerdì 19 Luglio 2024

Strangolato in rete

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altLa rapida caduta di Blockbuster veloce quanto la sua ascesa

 

La fine di Blockbuster è un film che il gigante dei dvd non avrebbe mai voluto mettere in catalogo. E invece eccolo qui: prossimamente sui nostri schermi. La catena da Dallas, Texas, si è srotolata in un quarto di secolo in più di 6.500 negozi in tutto il mondo. Quattromila sedi soltanto negli States, qualche centinaio in Italia (dove per anni il business è stato gestito in società con Silvio Berlusconi). Ma oggi naviga in acque così cattive che avrebbe deciso di aggrapparsi al salvagente del Chapter 11, la legge Usa che disciplina la bancarotta. Così quel marchio blu e giallo che aveva fatto tremare Hollywood, svuotando le sale e riempiendo i salotti, rischia di restare vittima lui stesso – schiacciato da un miliardo di dollari di debiti – da quell’arma con cui aveva pugnalato le major del cinema, secondo quella “teoria dei nuovi prodotti” con cui gli economisti spiegano in tecnologia il trionfo del nuovo ai danni del vecchio: il cinema ucciso dal dvd, i dvd uccisi da Internet.
Gli esperti sono d’accordo: Blockbuster, già colpito dalla tv via cavo, è stato strangolato dalla rete. E per ben due volte. Prima il web ha decretato il trionfo di NetFlix, la catena che si è sviluppata proprio su Internet, permettendo agli abbonati (con una cifra di partenza sotto i 10 dollari) di richiedere via web il film che arriva direttamente a casa: un successo che porta oggi il gruppo a crescere del 20 per cento, la stessa cifra che Blockbuster segna sui suoi conti in negativo. Sempre la rete ha sancito il trionfo del cosiddetto video on demand, la possibilità cioè di scaricare online il film del momento, anche solo in affitto (prezzo sotto i 5 dollari) dai negozi virtuali come iTunes e Amazon, ma anche direttamente dalle tv via cavo – Time Warner, per esempio. O adesso perfino dalle stesse major, che proprio grazie alla finestra della vendita virtuale si stanno rifacendo delle perdite uscite dalle porta principale (del cinema).
Così, mentre all’orizzonte già s’intravvede Google Tv – nata da un accordo tra il colosso del web, la Sony e l’Intel – l’annuncio della possibile bancarotta ha fatto sprofondare le azioni di Blockbuster del 30 per cento. Il marchio che sei anni fa si è liberato del giogo del gigante Viacom per tornare a correre sulle proprie gambe (con l’11 per cento nelle mani dell’avventuroso finanziere Carl Icahn, che in questi giorni muove all’assalto di Lions Gate, la compagnia cuore dell’Internet tv Hulu, e un altro 10 per cento della banca d’affari Goldman Sachs) ora zoppica così tanto da prevedere tagli da 200 milioni e la chiusura di quasi 800 negozi.
Nello sforzo, sta anche cercando di recuperare il ritardo coni concorrenti. Permettendo, come NetFlix, il servizio di ordini via web. Ma soprattutto sviluppando una catena di chioschi (sono già più di 2000) con la quale cerca di contrastare l’altro grande rivale, RedBox, un marchio che si è sviluppato appunto grazie a migliaia di macchinette tipo bancomat, strategicamente piazzate nei centri commerciali, con cui “prelevare” dvd al prezzo di un dollaro al giorno. Basterà la cura a salvare il paziente? Ci vorrebbe il Dr. House.
Ma anche quello, ormai, lo vedi in streaming sul sito della Fox.

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