giovedì 18 Luglio 2024

Lo sciopero dei nababbi

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altI miliardari superviziati e la cricca dei procuratori vogliono tutto

Si va verso lo sciopero della Seria A. La Lega A, la Confindustria del calcio, dice no alla firma dell’accordo per il contratto collettivo dei calciatori. «L’Assemblea di Lega ha respinto a larga maggioranza, 18 contro 2, l’intesa con l’Aic», ha spiegato il presidente di Lega Maurizio Beretta, al termine dell’assemblea dei club all’hotel Parco dei Principi di Roma. La reazione dei calciatori non si è fatta attendere: «Al momento non ci sono le condizioni perchè si giochi», ha commentato il presidente dell’Aic Tommasi. Intanto, dopo la decisione presa dalla Lega A, il consiglio della Figc ha aggiornato i lavori a giovedì mattina. «Essere ottimsti è difficile, sembra un braccio di ferro senza riferimento ai contenuti dell’accordo. Ma è nostro dovere fare ogni sforzo», ha commentato il presidente della Federcalcio Luigi Abete.
I CALCIATORI: «NON SI GIOCA» -Pronta la reazione dei calciatori: «La situazione mi preoccupa. Al momento non ci sono le condizioni perchè si giochi – ha commentato il presidente dell’Associazione italiana calciatori Damiano Tommasi – Le richieste della Lega sono pretestuose, il consiglio federale è aggiornato ma non vedo cosa possa cambiare». Il presidente dell’Aic ha poi aggiunto: «Sono allibito che ci sia il forte rischio che non si giochi domenica. Non so cosa possa accadere nelle prossime ore, quello che è certo è che qualcuno ha interesse che questo contratto non venga firmato e che quindi non inizi il campionato». «La nostra intenzione è di iniziare il campionato con l’accordo collettivo firmato. È l’unica cosa che si può esigere per partite in condizioni di tutela». A proposito di un eventuale prolungamento dello sciopero anche alla seconda giornata dice: «Non ci fasciamo la testa, siamo qui anche domani». Guglielmo Stendardo, difensore della Lazio e laureato in Giurisprudenza, chiarisce poi la situazione a proposito dei «fuori rosa»: «Non è una questione economica, ma di dignità personale – ha dichiarato ai microfoni di SkySport24 -. L’art.7 deve garantire a tutti i calciatori di allenarsi con la prima squadra, per il rispetto verso la professione. Si potrebbe pensare all’istituzione di rose limitate, come in Spagna, in cui ci sono 25 giocatori per squadra».
Giovanotti ricchissimi e viziati, in combutta con procuratori che prendono per la gola le società di calcio, non sono ancora soddisfatti. Loro possono rompere i contratti quando vogliono, loro possono ricattare i clubs, ma le società non possono nemmeno permettersi, se non sono soddisfatti delle loro prestazioni, di metterli fuori squadra pur pagando loro lo stipendio! Non sono appagati dei loro privilegi: vogliono di più, molto di più. Garanzie di cui non gode né godrà mai nessun lavoratore. Ed il momento ci sembra proprio azzeccato.

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