martedì 14 Ottobre 2025

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Alemanno e Nobile niente di nobile

Per Alemanno dunque è giusto che i ragazzi assassinati, grazie al sangue dei quali il suo partito è sopravvissuto, la memoria si è saldata e quindi egli ha anche potuto costruirsi una carriera, siano ricordati come vittime insulse di un incidente stradale del sabato sera.
Ed è giusto che questo valga solo per loro, perché di rimozione delle targhe di militanti comunisti assassinati in cui si specifica la matrice fascista dell’uccisione non se ne parla nemmeno.
Alemanno fischietta. Nemmeno si sogna di ricordare che, ad esempio Walter Rossi che venne ucciso dai fascisti, ed è giusto che lo si ricordi, lo fu durante uno scontro (e questo non è specificato mai) mentre i ragazzi di Acca Larentia che vennero invece assassinati a sangue freddo da un commando criminale devono solo essere vittime di una generica violenza (di chi: dei genitori? Di un autista ubriaco? Di uno spacciatore?).
Alemanno non s’indigna perché  alla stazione di Bologna c’è ancora una targa che parla di strage fascista e ciò malgrado il fatto che le inchieste abbiano chiaramente dimostrato una serie di depistaggi operati dai servizi segreti (ovvero da quei “servi dello Stato di cui parla la targa di Acca Larentia) proprio per incolpare ingiustamente i fascisti.
Alemanno non esita a fare il controcanto al ragionamento criminale di Nobile per il quale ricordare la matrice degli assassini significa scatenare odio e giustifica allora l’incitamento a dieci, cento, mille Acca Larentia il quale diventa comprensibile perché, ovviamente “uccidere un fascista non è reato” e se questa pratica è stata sospesa è ovvio che dovrà essere di nuovo applicata se i fascisti osano farsi vedere in giro e pretendere correttezza e verità quando si parla della loro storia mistificata.
Alemanno = Nobile, Nobile = Alemanno.
Del resto non sembra proprio che si stiano opponendo ad un governo sostenuto dalla stessa coalizione stragista di allora. Entrambi con le loro parole di incendiario impunito (Nobile) e di pompiere esasperante (Alemanno) non fanno che rinfocolare quella tensione che sfocerà inevitabilmente nello scontro tra opposti estremismi così come vogliono quelli che oggi sono al governo dopo il golpe di Palazzo.
E non veniteci a raccontare che se Nobile lo pretende e lo promuove Alemanno non si rende conto che la sua mancata fermezza, il suo ostentato disprezzo verso l’animus di quelli che un giorno furono la sua gente, non sono che un elemento enfatizzatore dell’odio veicolato da Nobile.
Alemanno ripropone, paro paro, la stessa tecnica dell’abbandono che fu propria di molti dei suoi predecessori e che contribuì non a spegnere l’incendio ma ad incendiare gli animi dei più generosi.
E sì che il passato dovrebbe insegnare qualcosa!
All’uno e all’altro se hanno a cuore qualcosa che si possa situare ad oltre un centimetro dal loro naso.
Ma i due non vedono o non vogliono vedere. Anche in questo si somigliano.
Nobile ha molto di Alemanno ma nessuno dei due sembra dimostrare qualcosa di nobile.

 

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