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Affondati sul lavoro

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Di lutto in lutto, ma l’andazzo resta quello

CAPUA – Urla la figlia di Giuseppe Cecere, uno dei tre operai di una ditta esterna morti ieri alla Dsm di Capua (Caserta). Lo fa all’interno dell’azienda, a pochi minuti dall’inizio di un’assemblea convocata proprio in seguito alla morte dei tre operai. ”Li comandavate come schiavi”, dice la figlia del 52enne di Capua. ”E’ da ieri che siamo qui e nessuno si e’ degnato di dire ci dispiace”, aggiunge.

NAPOLITANO INDIGNATO DALLE STRAGI SUL LAVORO, GRAVI NEGLIGENZE – ”Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una giornata funestata da piu’ infortuni sul lavoro, a Pistoia e a Capua, nell’esprimere la commossa partecipazione al dolore delle famiglie e delle comunita’ colpite, raccoglie la diffusa indignazione per il ripetersi di incidenti mortali causati da gravi negligenze nel garantire la sicurezza dei lavoratori in operazioni di manutenzione nei silos simili a quelle che gia’ piu’ volte in precedenza hanno cagionato vittime”: e’ quanto si legge in una nota del Quirinale.

”Il Capo dello Stato – conclude la nota – confida nella rapidita’ e nel rigore degli accertamenti da compiere e nella definizione delle normative di garanzia da adottare e far rispettare”.

TRE OPERAI UCCISI DA ESALAZIONI A CAPUA, UN MORTO ANCHE IN TOSCANA –

Era un’operazione che era stata eseguita numerose altre volte. L’apertura della ”bocca” del silos e poi la discesa per avviare le operazioni di smontaggio dei ponteggi utilizzati per consentire ad altri tecnici di effettuare la periodica manutenzione. Ma la tragedia si e’ consumata in pochi minuti e per tre operai che lavoravano per conto una ditta esterna nello stabilimento farmaceutico della multinazionale Dsm di Capua (Caserta) non c’e’ stato nulla da fare. Sono stati uccisi dalle esalazioni in uno stabilimento dove in un cartello all’ingresso si segnano i giorni trascorsi senza infortuni. Di quale sostanza saranno gli accertamenti tecnici disposti dalla magistratura a stabilirlo. Ma i tre operai di Capua non sono stati le uniche vittime di incidenti avvenuti sul lavoro. A Pescia, in provincia di Pistoia, un romeno di 36 anni, Marius Birt, e’ rimasto schiacciato da una pressa nell’azienda nella quale lavorava da circa sette anni con un regolare contratto. A Capua l’allarme e’ scattato poco dopo le 9,30. Nel silos, che viene usato per la fermentazione, si sono calati i primi due operai: Antonio Di Matteo, 63 anni, originario di Macerata Campania e Vincenzo Musso, 43 anni, nativo di Casoria, in provincia di Napoli. Subito sono stati colti da malore. E’ probabile che Giuseppe Cecere, 52 anni, di Capua, che era uno dei decani della squadra addetti alle opere edili e noto per la sua abilita’, abbia tentato di aiutarli. Per i tre, che lavoravano per conto di ditta edile di Agragola, – la Erricchiello – purtroppo, non c’e’ stato nulla anche se i soccorsi da parte delle squadre dei tecnici della Dsm sono stati immediati. ”Morire cosi’ non e’ possibile”, ha sussurrato addolorato il questore di Caserta, Guido Longo, lasciando il luogo della tragedia. Estrarre i tre cadaveri non e’ stato affatto facile. E’ stato necessario immettere dell’ossigeno nel silos in modo da consentire ai tecnici di operare senza rischi. Cosa e’ accaduto? Erano state osservate tutte le prescrizioni sulla sicurezza? E’ presto per dirlo ma lo accerteranno le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Caserta, coordinati dal sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Donato Ceglie. Il magistrato si e’ recato sul posto per seguire da vicino i primi accertamenti dei militari, dei tecnici dell’Asl e dell’ispettorato del lavoro ma non e’ escluso che nei prossimi giorni si avvarra’ della consulenza di alcuni esperti docenti universitari per verificare se ci siano state delle inadempienze. Una prima risposta si avra’ dall’esito dell’esame medico legale che sara’ eseguito nelle prossime ore a Caserta. Intanto, il pm Ceglie ha disposto alcune perquisizioni per l’acquisizione dei documenti in diverse ditte che sono state impegnate nel filone delle opere di manutenzione. E mentre all’interno della fabbrica farmaceutiche – diventata nel corso degli anni uno dei simboli di Capua – oltre i cancelli, presidiati dalle forze dell’ordine si registrava la disperazione dei familiari. Pianti e un solo interrogativo: perche’?

 
SACCONI: GOVERNO PARTECIPA A DOLORE – Il Governo partecipa al dolore dei congiunti e dei colleghi dei tre lavoratori caduti oggi a Capua. Lo afferma in una nota il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. ”Colpisce in particolare il fatto che ancora una volta siano vittime di infortuni gravi o mortali nel lavoro coloro che operano in appalto specificamente nei servizi di manutenzione. Il nuovo Testo unico in materia di sicurezza nel lavoro ha introdotto una disciplina ancor piu’ impegnativa con riferimento al rapporto tra appaltante e appaltatore introducendo il Documento unico dei rischi interferenziali affinche’ ci sia una compiuta conoscenza di tutti gli elementi utili a svolgere il lavoro in condizioni di sicurezza. Se nel caso specifico sara’ doverosa la piu’ accurata indagine circa le eventuali responsabilita’. Piu’ in generale vogliamo operare per una specifica prevenzione relativa a questo tipo di infortuni convocando una riunione dedicata con le Regioni e le parti sociali per la effettiva applicazione della norma richiamata del Testo unico e una piu’ accurata attivita’ ispettiva in materia”.
 
IL DOLORE DI EPIFANI: NON ABBASSARE GUARDIA – Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, esprime il dolore e la partecipazione della Cgil per il grave incidente costato la vita a tre operai a Capua. ”Ancora un incidente gravissimo, ancora lutti – commenta Epifani – che avvengono come ormai troppe altre volte con le stesse modalita’ in settori legati alla manutenzione. Questa ennesima tragedia dimostra quanto improvvide siano state le recenti affermazioni che auspicavano un allentamento dei controlli e della sicurezza del lavoro”.

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