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Il grande avversario dell'Eurafrica

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Mani gialle sul continente nero

Cresce il ruolo della Cina nell’economia africana. Dopo la pausa forzata causata dalla pandemia, il programma di cooperazione economica della Cina è infatti ripreso a vele spiegate con il continente africano che resta al centro dell’attenzione del gigante asiatico.
Nonostante il rallentamento economico cinse abbia rallentato investimenti e prestiti, il governo cinese ha ribadito, in occasione del recente Forum sulla cooperazione Cina-Africa, tenutosi lo scorso settembre a Pechino, di voler investire miliardi di dollari in progetti di costruzione e di aver toccato livelli record nel commercio bilaterale.
In particolare, il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che la Cina fornirà 360 miliardi di yuan (oltre 50 miliardi di dollari) di sostegno finanziario all’Africa nei prossimi tre anni. L’obiettivo è approfondire la cooperazione con l’Africa nei settori dell’industria, dell’agricoltura, delle infrastrutture, del commercio e degli investimenti.

Relazioni Cina-Africa: qualche numero
Negli ultimi vent’anni Pechino si imposto come il principale partner commerciale bilaterale dell’Africa subsahariana. Qualche numero per capire meglio.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), al momento circa il 20% delle esportazioni della regione è destinato alla Cina e circa il 16% delle importazioni africane proviene dalla Cina. Nel 2023 il volume totale degli scambi commerciali ha raggiunto la cifra record di 282 miliardi di dollari. Al centro degli scambi, spiccano i beni primari – metalli, prodotti minerali e combustibili – che rappresentano circa i tre quinti delle esportazioni africane verso la Cina, e che risultano essenziali per la transizione energetica globale e per l’effettiva realizzazione dei piani di rilancio dell’economia cinese in crisi. Allo stesso tempo, l’Africa importa tipicamente manufatti, elettronica e macchinari cinesi.
Allo stesso tempo, la Cina è emersa come il più grande creditore bilaterale dell’Africa, fornendo ai Paesi africani una nuova fonte di finanziamento per infrastrutture, miniere ed energia. La quota della Cina sul totale del debito pubblico estero dell’Africa subsahariana era inferiore al 2% prima del 2005, ma è cresciuta fino a circa il 17%, ovvero 134 miliardi di dollari nel 2021.
Significativo anche il balzo in avanti degli investimenti diretti esteri (IDE) cinesi, passati dal flusso annuale di circa 75 milioni di dollari del 2003 al picco di 5 miliardi di dollari nel 2022, pari a circa il 4,4% degli IDE totali della regione.
Come spiega in un articolo pubblicati su Ispionline, l’economista Linda Calabrese (King’s College di Londra), “l’accesso alle materie prime, tra cui le risorse “tradizionali” come petrolio, ferro e rame, ma anche i minerali necessari alla transizione energetica, è certamente uno dei motivi che spinge molte imprese cinesi a investire in Africa”.
Ma gli investimenti cinesi in Africa non si fermano al settore delle commodity. Pechino è presente in molti altri settori tra cui quello edilizio (16 miliardi di dollari nel 2022, pari al 37% degli investimenti cinesi in Africa), minerario (10 miliardi di dollari, 23%) e industriale (6 miliardi di dollari, 13%)”

Interessi economici, ma non solo
L’interesse di Pechino verso il continente africano è giustificato da motivazioni che vanno al di là di quelle più strettamente economiche. Come spiega l’economista Calabrese: “una delle ragioni storicamente più importanti è il supporto politico, soprattutto all’interno delle Nazioni Unite. Questo legame è cruciale per Pechino, poiché con oltre un quarto dei voti totali, il gruppo dei paesi africani detiene un significativo potere di voto all’interno dell’organizzazione internazionale”.
Pechino- aggiunge l’economista -ha utilizzato “il sostegno africano per promuovere la sua agenda internazionale, cercando di costruire alleanze che possano contrastare l’influenza occidentale. Importanti obiettivi politici in questo senso sono stati la creazione di istituzioni alternative, tra cui la New Development Bank e l’Asian Infrastructure Investment Bank. Inoltre, la Cina ha assunto ruoli di leadership in diverse agenzie delle Nazioni Unite, come la Fao e l’Unido (l’agenzia Onu per lo sviluppo industriale), grazie anche all’appoggio dei paesi africani, che hanno contribuito a rafforzare la sua posizione come portavoce del Sud del mondo”.

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