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Il più grande spettacolo con un big bang

Cambiando canale ci sintonizzavamo con quasi quattordici milioni di anni fa

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Chiunque tra i nostri più attempati lettori che abbia avuto un televisore analogico ricorderà bene quel fastidioso “rumore bianco”, la neve che compariva quando ci si spostava da un canale all’altro o quando il segnale era debole. Per molti era solo un effetto collaterale della tecnologia dell’epoca, ma dietro a quei puntini bianchi e neri che frusciavano sullo schermo si nascondeva qualcosa di molto più affascinante: un frammento visibile della nascita dell’universo.

Gli scienziati spiegano infatti che una parte di quella interferenza era dovuta alla radiazione cosmica di fondo, la traccia elettromagnetica lasciata dal Big Bang avvenuto circa 13,8 miliardi di anni fa. Si tratta di un segnale che permea l’intero cosmo e che fu scoperto per caso nel 1965 da Arno Penzias e Robert Wilson, due radioastronomi che ricevettero poi il Premio Nobel. Questa radiazione è ancora oggi oggetto di studio, perché contiene informazioni preziose sulla struttura primordiale dell’universo e sulla sua evoluzione.

Nei televisori analogici, che funzionavano attraverso la trasmissione di onde radio su frequenze specifiche, il segnale proveniente dalle stazioni locali si mescolava inevitabilmente con disturbi di origine naturale e cosmica. È così che, senza rendersene conto, milioni di persone hanno potuto osservare con i propri occhi un’eco lontanissima nel tempo, proiettata direttamente nei salotti di casa. Quella neve elettronica, quindi, non era soltanto un fastidio: era una piccola finestra sull’inizio del cosmo.

Con l’avvento delle trasmissioni digitali, questo fenomeno è praticamente scomparso. I moderni schermi a cristalli liquidi o OLED non mostrano più quella neve, perché i segnali digitali vengono decodificati in modo netto: o l’immagine arriva perfetta, oppure lo schermo resta nero. Questo ha migliorato l’esperienza visiva, ma ha anche cancellato, inconsapevolmente, un legame diretto con la storia dell’universo.

La radiazione cosmica di fondo continua ovviamente a permeare lo spazio. Oggi viene studiata con strumenti molto più sofisticati, come i telescopi spaziali COBE, WMAP e Planck, che hanno mappato con grande precisione le variazioni di temperatura di questo segnale. Proprio grazie a queste mappe gli astrofisici hanno potuto comprendere meglio come, da un plasma di particelle primordiali, siano nate le galassie e le strutture cosmiche che osserviamo oggi.

Resta però affascinante pensare che, per decenni, anche senza un telescopio né un laboratorio, chiunque possedesse una vecchia tv analogica abbia avuto accesso a un messaggio cosmico vecchio miliardi di anni.
A proposito di curiosità scientifica, di recente un team internazionale di astronomi ha osservato un fenomeno cosmico che “in apparenza” sembra andare contro ogni legge conosciuta della fisica.

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