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All’origine dei pianeti rocciosi

Webb (non web)

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This is an artist’s impression of a young star surrounded by a protoplanetary disc. An international team of astronomers have used the NASA/ESA/Webb James Webb Space Telescope to study the disc around a young and very low-mass star. The results reveal the richest hydrocarbon chemistry seen to date in a protoplanetary disc (including the first extrasolar detection of ethane) and contribute to our evolving understanding of the diversity of planetary systems. The science team explored the region around a very low-mass star of 0.11 solar masses (known as ISO-ChaI 147). These observations provide insights into the environment as well as basic ingredients for such planets to form. The team found that the gas in the planet-forming region of the star is rich in carbon. This could potentially be because carbon is removed from the solid material from which rocky planets can form, and could explain why Earth is relatively carbon-poor. [Image description: At the centre of the image, a bright light source illuminates a surrounding disc, the colour of which transitions from bright yellow to darker orange. The image background is black.]

Non c’è futuro senza passato

Nuova scoperta del telescopio spaziale James Webb. Attorno a una piccola stella, il telescopio ha individuato una nube di gas e polveri ricca di carbonio, che potrebbe dare origine a pianeti simili alla Terra. Le immagini, con un dettaglio senza precedenti sono state analizzate dall’Istituto tedesco Max Planck per l’Astronomia, e pubblicate sulla rivista Science.
Cosa sappiamo sulla formazione dei pianeti rocciosi Era noto che i pianeti rocciosi come la Terra possono formarsi più facilmente intorno a stelle non massicce, ma i processi chimici che avvengono all’interno dei dischi di gas e polveri che danno origine ai pianeti (dischi protoplanetari) finora non potevano essere osservati con gli strumenti tradizionali. I dischi sono infatti più piccoli e meno luminosi rispetto a quelli che circondano le stelle massicce.
Le osservazioni con Webb Il telescopio Webb, nato dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia spaziale europea e Agenzia spaziale canadese, è l’unico strumento oggi in grado di osservare questi fenomeni in dettaglio e ha ora permesso di analizzare la più sfuggenti di queste nubi, quelle che si trovano attorno alle giovani stelle di piccola massa.
Le osservazioni si sono concentrate in particolare attorno alla stella chiamata Iso-Chal 147 (in foto), in una regione ricca di stelle chiamata Chameleon. Nella zona del disco più vicina alla stella Webb ha notato un’abbondanza di molecole a base di carbonio, come etano e benzene, e poche molecole a base di ossigeno. Una composizione molto diversa da quella osservata finora nelle altre nubi, quasi sempre quelle attorno a stelle molto più grandi. Proprio la composizione differente potrebbe essere una delle chiavi che porta alla nascita dei pianeti rocciosi e finora ancora poco compresa, anche nelle simulazioni.

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