mercoledì 15 Ottobre 2025

Anima dell’Europa

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Novantaquattro anni fa nasceva Jean Mabire

Il pubblico di un certo mondo e ormai di diversi anni lo conosce per alcuni dei suoi oltre cento libri tradotti in italiano. Libri a sua firma o tramite pseudonimo imposto dagli editori per evitare che la sua produzione copiosa s’intasasse. Così la pressoché totalità delle avanguardie da noi formatesi negli anni settanta lo hanno fatto su un testo a firma Landemer che tratta delle Waffen SS. Argomento da lui affrontato in numerosi libri a propria firma. D’altronde fu amico cadetto di diversi uomini della Charlemagne e delle loro famiglie. La grandezza di Mabire non si risolve però nell’epica del Fronte dell’Est. Uomo di ampie vedute e di grande obiettività, cantò le gesta eroiche anche di uomini che combatterono in altri campi. Fu un romanziere eccelso e, soprattutto, il bardo dell’anima europea, nordica e, particolarmente normanna, ovvero della sua stirpe. Anima inarrivabile dell’Europa di cui amava l’italianità, l’ellenicità e perfino le fibre albioniche, fu assertore di tutte le sue espressioni etniche, regionali, spirituali, Mabire, intellettuale immenso, non fu quello che oggi s’intende comunemente per intellettuale. Soldato, alpinista, sciatore, formatore di giovani quadri per intere generazioni nell’alveo del Grece, fu anche il traslatore in Francia del modello dei Wandervogel nelle varie espressioni regionali degli Oiseaux Migrateurs.

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