Con l’antiberlusconismo è stato creato il terreno adeguato per far proliferare il delirio dei folli?
“Lasciate la politica e il primo (Berlusconi ndr) si consegni alla giustizia comune perché in quella comunista la sentenza sarà inevitabile”. E’ la minaccia al premier Berlusconi, al presidente della Camera, Fini, e al leader della Lega, Bossi, contenuta in una lettera inviata al “Riformista”. La missiva, firmata Brigate rivoluzionarie per il comunismo combattente, intimava ai tre politici di dimettersi entro le 23:59 di ieri.
A renderlo noto è stato il direttore del quotidiano, Antonio Polito, a cui era diretta la missiva. La lettera contiene una analisi politica alla luce della sentenza della Corte Costituzionale sul lodo Alfano, una analisi – spiega il direttore del Riformista – “molto ingenua, anche se si rifà alla stretta attualità”. La missiva, recapitata sabato mattina alle 10, e inviata per posta lo scorso 8 ottobre da Milano, si chiude con minacce al presidente del Consiglio, al presidente della Camera Fini ed al Senatur, annunciando una “rivoluzione armata”, facendo riferimento all’8 settembre del 1943 e all’inzio della lotta partigiana, spiega ancora Polito.
Le sedicenti ‘Brigate rivoluzionarie’ scrivono tra l’altro che la Corte Costituzionale con la sua sentenza sul lodo ha fatto una scelta. Quindi, l’ultimatum, peraltro scaduto venerdì alle 23.59, a Berlusconi, Fini e Bossi: si devono dimettere per evitare una rivoluzione armata come a Cuba, ha ancora spiegato Polito che ha immediatamente consegnato alla Digos la Lettera.
Fini: “Minacce?Delirio di un folle”
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a margine di un convegno ad Asolo, commenta la lettera di minacce indirizzate a lui, al leader della Lega, Umberto Bossi e al premier, Silvio Berlusconi, ricevuta da direttore del “Riformista”, Antonio Polito. “Auspico non si apra un dibattito sul nulla perché l’ho letta ed è chiaramente il delirio di un folle” dichiara Fini.