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Archetipo: il mercante

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Il ciclone Bolkestein: un vento iperliberista spira sull’Europa e il Diomercato distrugge ogni vestigia di sovranità

La Commissione Europea ha annunciato una nuova Direttiva tesa a «ridurre i vincoli alla competitività» (IP/04/37, 13 gennaio 2004). Dietro questi propositi si nasconde un nuovo attacco irresponsabile della Commissione contro quel che resta del «modello europeo», agonizzante dopo le privatizzazioni che si sono succedute e le ripetute rimesse in causa dei diritti sociali. Si tratta di un progetto di Direttiva “relativa ai servizi per il mercato interno”, preparato dall’ultraliberista commissario europeo Bolkestein. Il testo del progetto, il comunicato stampa e una valutazione generale della Direttiva si trovano sul sito: http://www.europa.eu.int/comm/internal_market/fr/services/services/index.htm. L’obiettivo è imporre ai 25 Stati membri dell’Unione le regole della concorrenza commerciale, senza alcun limite, in tutte le attività di servizio che non sono già coperte da altre normative europee. Ciò significa che la logica del profitto s’imporrà ovunque. Chi ha familiarità con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc/Wto) e dell’Accordo generale sul commercio dei servizi (Agcs/Gats), riconoscerà in questo progetto di Direttiva i principi e le procedure già stabilite da quegli accordi. Ancora una volta l’Unione europea non protegge dalla globalizzazione neoliberista; ne prende, anzi, la guida.

Oggetto della Direttiva
Il progetto di Direttiva stabilisce «un quadro giuridico generale per eliminare gli ostacoli alla libertà di insediamento dei fornitori di servizi e alla libera circolazione dei servizi in seno agli Stati membri». La Direttiva definisce (art. 4) i servizi come segue: «Ogni attività economica che, secondo l’art. 50 del Trattato istitutivo, si occupa della fornitura di una prestazione oggetto di contropartita economica». Chiaramente sono presi in considerazione tutti i servizi eccetto quelli erogati direttamente e gratuitamente dai poteri pubblici: l’istruzione e la cultura, la sanità e le cure sanitarie. Un promemoria della Commissione (Memo/04/03, 13 gennaio 2004) presenta una lista incompleta dei servizi presi in considerazione dalla Direttiva, che vanno dai servizi giuridici alle professioni artigianali, l’edilizia, la distribuzione, il turismo, i trasporti, i servizi sanitari e di copertura delle cure sanitarie, i servizi ambientali, gli studi di architettura, le attività culturali, il collocamento.

Gli “ostacoli”
Gli “ostacoli” sono rappresentati dalle legislazioni e regolamenti nazionali, considerati dalla Commissione europea «arcaici, obsoleti e in contraddizione con la legislazione europea». Occorre «riformare» per «modernizzare». Ma questi “ostacoli” sono spesso disposizioni prese dai poteri pubblici per la migliore prestazione del servizio dal punto di vista dell’utilizzo dei fondi pubblici, dell’accesso di tutti, delle garanzie fornite per la sua qualità, del diritto al lavoro, delle tariffe, della trasparenza. Gli “ostacoli” presi di mira dalla Commissione europea sono dunque decisioni che i poteri pubblici hanno preso per evitare che il settore dei servizi diventi una giungla. Ecco perché la Commissione europea intende rimettere in causa «il potere discrezionale delle autorità locali» (IP/02/1180 del 13 luglio 2002), ossia delle istituzioni elette e controllate democraticamente. La Direttiva proposta è una vera e

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