domenica 12 Ottobre 2025

Arrivano i precog

Più letti

Global clowns

Note dalla Provenza

Colored

 

La scusa è quella d’incastrare i rapinatori seriali ma il risultato è che nessuno sarà più non colpevole

       Era un vero pendolare delle rapine, da Roma a Milano, ma le sue trasferte lavorative gli sono costate le manette. E’ un cittadino della Capitale l’uomo arrestato dagli uomini della squadra mobile meneghina con l’accusa di aver messo a segno 14 colpi ai danni di altrettante banche.

Il modus operandi del rapinatore, però, non è sfuggito a ‘Key Crime’, (chiave del reato), un rivoluzionario software ‘acchiappa-rapinatori’ al quale lavorano dal 2007 gli esperti della Questura milanese. Il programma permette di prevedere le mosse dei rapinatori seriali ed estrapolare ‘il dna del criminale’. Dalla strada all’ora del colpo, dalle testimonianze ai filmati, dalla descrizione fisica di chi compie il reato fino alle vie di fuga, tutto viene inserito e codificato. Ben 13mila le informazioni ‘lette’ dal programma: bastano tre secondi di filmato per fornire 60 indizi e arrivare alla ‘firma’ del rapinatore. Un sistema che riporta alla mente la fantascientifica ‘precrimine’ di ‘Minority Report’, film di Steven Spielberg che vede protagonista Tom Cruise nei panni del poliziotto-cacciatore prima e della preda poi.

Per il 35enne romano le manette sono scattate il 19 agosto scorso. All’attenzione degli investigatori cinque rapine messe a segno in diverse banche per un bottino di circa 40mila euro. Colpi, studiati dagli uomini della squadra Mobile e dagli agenti del commissariato Mecenate, che hanno portato al suo arresto. La ‘faccia’ e le ‘mosse’ del rapinatore sono state catalogate dal software ‘Key Crime’ e hanno permesso di intervenire ancor prima che potesse entrare nuovamente in azione: era in via Plinio quando i poliziotti motorizzati dei Falchi lo hanno bloccato. Nel suo scooter, con cui sarebbe fuggito dopo le rapine, è stato trovato il taglierino e il cappellino già filmati dai fotogrammi degli istituti di credito presi di mira. Sono cinque le rapine messe a segno tra il 16 luglio e il 18 agosto attribuite al 35enne.

L’uomo è sospettato di aver compiuto, in pochi mesi, anche altre nove rapine. Due quelle realizzate nello stesso giorno (il 17 agosto in via Venini e in via Plinio), mentre in una rapina del 13 agosto è stata presa in ostaggio una donna per costringere il dipendente della banca a farsi consegnare il denaro.

Sempre il software ‘Key Crime’ ha permesso di arrestare tre persone per la tentata rapina, del 22 agosto scorso, a un centro commerciale a Cinisello Balsamo. Il trio, dopo aver effettuato il sopralluogo, era pronto a entrare in azione: passamontagna e pistola giocattolo alla mano stavano per fare irruzione quando sono stati bloccati dagli agenti. Due di loro sono accusati anche della rapina a un supermercato del 19 agosto scorso, in quel caso un poliziotto libero dal servizio aveva tentato di bloccarli. C’era stata una colluttazione, ma erano riusciti a fuggire con mille euro.

Ma come funziona il software? Il programma permette di prevedere le mosse dei malviventi seriali ed estrapolare ‘il Dna del criminale’. Ben 13mila i parametri ‘letti’ dal programma: bastano tre secondi di filmato per fornire 60 indizi e arrivare alla ‘firma’ dell’autore. Un programma che, in soli due anni, ha fatto quadruplicare le risoluzioni delle rapine agli esercizi commerciali: dal 10% al 45%.

Un aiuto prezioso che secondo il capo della squadra Mobile di Milano, Francesco Messina potrebbe essere applicato presto ad altri tipi di reato. Un prototipo nato dall’intuizione e dall’esperienza di alcuni agenti del reparto Volanti per rispondere a una necessità: creare un sistema di previsione dei reati, un controllo ‘non al buio’ per proteggere obiettivi precisi. Così il software è in grado di fornire due risultati: indicare la probabilità con cui un evento è in grado di verificarsi e permettere di individuare un’azione seriale riuscendo ad addebitare a un rapinatore anche eventi precedenti. Non scene da ‘Minority Report’, il film dove i criminali vengono ammanettati prima che commettano un reato, ma cronaca reale.

Il sistema informatico funziona in modo semplice e su tre principali categorie di dati: l’autore, l’evento e le vittime. Dalle caratteristiche fisiche al modus operandi, dall’abbigliamento al modo di impugnare l’arma, dal mezzo per darsi alla fuga alle caratteristiche comportamentali, tutto finisce per creare l’identikit del criminale. Tra i dettagli utili persino le informazioni sull’odore del malvivente. Nel database vengono inseriti anche tutte le informazioni sulla rapina: il luogo, l’orario, l’obiettivo preso di mira, quante persone erano presenti quando il malvivente è entrato in azione. Poi, all’analisi si aggiungono altri elementi che riguardano le vittime. Le loro testimonianze, raccolte anche a distanza di pochi giorni dall’evento, insieme alla visione dei filmati restituiscono, sommati agli altri dati raccolti, la mano che si nasconde dietro a una serie di reati. Ogni azione diventa un codice alfanumerico. Ogni volta che quel codice si ripete, si ha la quasi matematica certezza che dietro a quell’azione si cela un rapinatore seriale. A quel punto ci pensa ‘Key Crime’ a dire ai poliziotti dove e quando il malvivente colpirà ancora. Il tutto con un margine di errore che dipende dai dati inseriti.

Ognuno tende a ripetere i meccanismi che hanno portato a un’azione criminale”, spiega un investigatore. Così basta identificare gli elementi costanti per associare ad ogni autore una sorta di codice a barre che lo rende identificabile. Il programma studia le probabilità e, insieme al lavoro di indagine, trasforma gli indizi in certezze. Così si è passati dal 42% delle rapine a esercizi commerciali risolte nel primo semestre 2008, al 56% dei primi sei mesi di quest’anno, secondo i dati forniti dalla Sezione Antirapine della squadra Mobile di Milano guidata da Marco De Nunzio. Un balzo in avanti che, spiegano alcuni investigatori, è destinato ancora a crescere.

Da migliorare resta lo studio del comportamento del criminale, ma i risultati del sistema sono più che visibili. Nel 2008 la polizia ha arrestato gli autori di 301 rapine ai danni di esercizi commerciali, pari al 45% del totale delle rapine (665) commesse nello stesso anno. Nel 2007 la percentuale era stata del 27% e l’anno prima le rapine risolte erano state il 10%. Dati che includono anche le farmacie che restano uno degli obiettivi seriali preferiti. Nel 2007 la polizia ha accertato le responsabilità relative a 50 eventi (38%), lo scorso anno sono stati 178 gli episodi risolti (64%), mentre nei primi sei mesi dell’anno le rapine ‘smascherate’ sono state 77 su 117, pari al 66%.

Sul cervellone elettronico, invidiato anche dai colleghi americani e che presto potrà essere esportato in altre Questura italiane, sono possibili ulteriori implementazioni in grado di prevedere chi, dove e quando commetterà un certo crimine. “E’ un sistema con grande possibilità, capace di abbattere il numero di rapine irrisolte e possibile da applicare ad altri tipi di reati”, spiega il capo della squadra Mobile di Milano, Francesco Messina. Il sistema inizia ad essere applicato anche per le truffe. “Il programma, con il suo aspetto repressivo, consente di aumentare le nostre conoscenze e identificare il malvivente prima dell’arresto”, conclude Messina. E’ sempre più alta la percentuale di malviventi che di fronte alle accuse di ‘serialità’ individuata dal sistema e contestata dagli agenti confessa tutte le rapine messe a segno.

Una sorta di super poliziotto capace di prevedere le mosse dell’avversario e smascherarlo anche quando non ha le mani nel sacco.

La scusa è quella d’incastrare i rapinatori seriali ma il risultato è che non potremo più vivere. E’ vero che in Italia abbiamo già avuto precedenti – come il processo a Terza Posizione – con condanne per processo alle intenzioni. Reati non commessi e neppure pianificati ma che “potenzialmente” gli imputati “avrebbero potuto” progettare o consumare. Ma ora siamo al processo alle intenzioni contro chiunque. E nessuno, davvero nessuno, sarà al riparo da condanne per NON aver commesso un delitto di qualsiasi natura.

Ultime

Radio!

Il genio italico, membro a vita del Gran Consiglio del fascismo

Potrebbe interessarti anche