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Infelicità e cattiveria nel dover sostenere per forza un macellaio mentendo a se stessi e a gli altri

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Sappiamo dai nostri antenati che Male è Assenza di Bene, ovvero rifiuto di ordine, serenità e gerarchia. Esso è Infelicità, e quando si è infelici si riversa sugli altri il proprio rancore per se stessi, si assumono acidità e perfido sarcasmo, e si mente perché ci si rifiuta di guardare in faccia la realtà e ammettere che si è “assatanati”. Così si squalificano e si calunniano gli altri, soprattutto se esemplari e combattenti, e si sputa veleno anche su chiunque difende cause che sono doverose per principio e per cavalleria.

È strabiliante come quelli che sostengono i boia, i macellai, gli imperialisti, quali che questi siano, si comportino nello stesso identico modo, esprimendo con bava serpentina la loro ferocia e il loro godere per i massacri commessi da loro
Idem quando fingono di non essere contenti della macelleria e si arrangiano a spacciarla per non vera. Che si neghi Bucha o il genocidio di Gaza, che si giustifichino i macellai russi o israeliani, sempre lo si fa con quello spirito. Le orde assassine diventano buone per postulato e le loro vittime sono effetti collaterali, menzogne della propaganda (occidentale o della sinistra), o comunque l’effetto di una reazione comprensibile. Per gli israeliani la motivazione è da ricercare nel 7 ottobre, ovvero in un fatto assoltamente vero, che comunque si slega per magia da settantacinque anni di storia e viene immortalato come prodotto dal nulla. Per i russi la si motiva dalla repressione ucraìna nel Donbass che, oltre ad essere stata travisata ed esagerata, viene a sua volta staccata dal rapporto di cause-effetti che non possono che condannare in primis Mosca così come in Palestina è il caso per Tel Aviv.
Ma non è solo una questione di valutazioni storiche e politiche, dietro c’è di più.
Chi punta il dito sulla macina militare russa è un “russofobo” ed è ingannato dalla propaganda occidentale; chi accusa la follia genocida israeliana è “antisemita”.
A prescindere dall’inesattezza profonda della seconda accusa, essendo gli arabi più semiti degli ebrei, queste formulette servono a tappare la bocca. Se tu dici che i russi stanno uccidendo, violentando, deportando, sgombrando terre altrui e le stanno occupando, ti si risponde con “russofobo”. Se dici che gli israeliani stanno massacrando civili con una pratica genocida e che rapinano loro le terre e le case, ti si risponde con “antisemita”.
A ragionamenti logici e lampanti si replica con questi anatemi e con il succitato rifugio nella decantata “falsità” delle notizie. Al punto che sia gli ucraìni che i palestinesi sono stati accusati di essersi bombardati da soli i propri stessi ospedali.

Se poi il dibattito si alza appena appena di livello, subentrano gli schemi psicotici e surreali
Non puoi difendere il popolo ucraìno perché il difenderlo rafforzerebbe l’atlantismo e non puoi difendere il popolo palestinese perché questo rafforzerebbe il terrorismo islamico,
Non pretendo che l’intelligenza porti quelli che avanzano queste motivazioni incapacitanti alla giusta conclusione che è esattamente l’opposta, visto che proprio i russi stanno rafforzando la Nato e gli israeliani stanno facendo lo stesso con il terrorismo islamico.
Facciamo che non ci arrivino e che si lascino formattare dagli schemi orwelliani vigenti, concediamo loro quest’abbandono alla servitù non consapevole, lasciamoli alla rassicurazione di quest’inganno e alla loro scatoletta prefabbricata: ci può stare. Ma l’inscatolamento è sufficiente per calpestare i princìpi di civiltà e di cavalleria e accettare di essere partigiani e calpestare la verità mentendo a se stessi?
Poi c’è il rischio che – se gli schemini glielo suggeriscono – alcuni stiano magari con i russi e i palestinesi e applichino i meccanismi della menzogna servile a favore dei primi, denunciando però quella ai danni dei secondi. Perché stiamo ormai alla schizofrenia che si assomma ad una paranoia ideologica di fondo.
Non avanzo la pretesa che si rendano conto della differenza tra una narrazione della realtà per le masse lottizzate e la sostanza che con la prima non collima quasi mai. Né pretendo che si siano accorti che all’indomani del 7 ottobre l’Unione Europea, che a parole giustifica, ma sempre meno caldamente, Israele, ha aumentato i finanziamenti per i palestinesi mentre la Russia che riconosce Hamas (né più né meno di Netayahu), viene definita dagli israeliani un importante partner strategico, ragion per cui Tel Aviv ha rifiutato sia di armare Kiev che di aderire alle sanzioni, e soprattutto è e rimane il principale fornitore di petrolio dello Stato ebraico.
Facciamo ancora che non ci arrivino e che si fossilizzino senza riflettere su quanto esprimono i singoli settori geografici del Ministero della Verità, concediamoglielo pure. Il loro modo di ragionare, di sentire, di vivere, è quindi dettato dagli schemini? Si è persa la ragione fondamentale per cui da secoli ci si batte in Europa che, volta alla giustizia e alla verità, è al di sopra dei calcoli meschini? Se è così, a che pro sentirsi coinvolti, dato che, visti i presupposti, si finisce sempre con l’essere iniqui e inchiodati nell’infelicità?
Dobbiamo giustificare il massacro degli ucraìni ma non quello dei palestinesi o viceversa?
Non c’è verticalità né profondità nei nostri ragionamenti ma solo un’orizzontalità oscena? O, qualora riusciamo ad essere giusti, dobbiamo per questo cadere nelle trappole dell’atlantismo e dello jihadismo e farci risucchiare nelle porcherie Wasp o in quelle pezzentiste?
Proviamo ad essere sanamente diversi, ovvero originari, così la virtù prevarrà di nuovo sul disordine maligno della psiche.

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