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Auto in crack

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Le vendite di gennaio un vero e proprio disastro

Nel mese di gennaio in Europa Occidentale (Ue+Efta+Regno Unito) sono state immatricolate 822.423 auto, con un calo del 2,4% sullo stesso mese del 2021. Lo rende noto l’Acea, l’associazione dei costruttori europei dell’auto.

Il gruppo Stellantis ha immatricolato a gennaio in Europa Occidentale (Ue, Paesi Efta e Regno Unito) 156.673 auto, il 12,4% in meno dello stesso mese del 2021.
La quota di mercato è in calo dal 21,2% al 19,1%.
Le immatricolazioni in Europa Occidentale a gennaio sono in calo su gennaio 2019 del 32,9%. Il mercato dell’area, che non aveva manifestato alcun segnale di ripresa nel 2021 dopo la drastica caduta del 2020, apre quindi il 2022 ancora fortemente in crisi. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. Tutti i 30 mercati dell’area – spiega – sono in rosso tranne Islanda (+4,4%) e Cipro (+8,7%). Le cause sono imputabili alla pandemia, ma anche alle difficoltà di fornitura di microchip e ora si sono aggiunte le preoccupazioni per il ritorno dell’inflazione. Unico segnale positivo è che in tutti i Paesi, compresa l’Italia, cresce l’interesse per l’elettrico che aumenta le quote di mercato. Il risultato peggiore è stato messo a segno dalla Spagna, che su gennaio 2019 accusa un calo del 54,7%, seguita, nella classifica dei peggiori risultati, dall’Italia con -34,8%, contro il -33,6% della Francia, il -30,7% della Germania e il -28,5% del Regno Unito. Il nostro Paese – spiega il Csp – si sarebbe aggiudicato la maglia nera soffiandola alla Spagna, se non fossero stati introdotti incentivi, sia nel 2020 sia nel 2021, per favorire la transizione all’elettrico e l’acquisto di auto tradizionali, ma con emissioni comunque contenute. A proposito delle misure allo studio del governo italiano per il settore, Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, osserva che “alle parole devono seguire i fatti senza ulteriori indugi. Il Pnrr potrà dare un contributo importante, ma senza l’apporto del comparto auto, che con l’indotto vale il 12% del Pil, l’obiettivo di accorciare le distanze in termini di crescita con i nostri partner europei sarebbe ancora più difficile”.

Per il mercato europeo gennaio segna il livello più basso da almeno 22 anni. Lo sottolinea l’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. “L’Italia – ricorda il direttore generale Andrea Cardinali – continua ad essere l’unico fra i Major Market a non prevedere per il 2022 sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni”. La Germania ha stanziato 2,1 miliardi di euro di incentivi, la Francia 1,25 miliardi, la Spagna 619 milioni, mentre il Regno Unito ha messo in bilancio 2,5 miliardi fra incentivi all’acquisto e investimenti in infrastrutture per il periodo 2022-2025. “Per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità è necessario rinnovare almeno per il triennio 2022-2024 lo schema di incentivi per le vetture in essere fino allo scorso anno: uno strumento che ha dimostrato nei fatti di aiutare l’ambiente, anche rinnovando il parco circolante. Parallelamente è fondamentale una capillare infrastrutturazione del Paese, anche con punti di ricarica ad alta potenza, con un cronoprogramma dettagliato per l’investimento dei fondi stanziati con il Pnrr” spiega Cardinale che sollecita anche l’avvio di una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare per le auto aziendali a bassissime emissioni. Senza incentivi, crolla la penetrazione di auto ‘alla spina’ in Italia, all’ultimo posto fra i Major Markets. In gennaio la quota di Bev e Phev è rispettivamente del 3,4% e 5%, rispetto al 10,6% e 8,8% degli altri 4 grandi mercati. L’Italia mantiene la prima posizione in termini di penetrazione di auto ibride Hev, grazie agli incentivi della fascia 61-135 g/Km e alla indipendenza dalle infrastrutture di ricarica.

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