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Avviamo un class action

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Una volta la si chiamava istigazione a delinquere

 

Non solo giocattoli e ingranaggi. Oggi con le stampanti 3d si fanno le armi. Già, perché sfruttando questa tecnologia si possono stampare e assemblare parti composte da diversi materiali con diverse proprietà fisiche e meccaniche dando vita a degli oggetti dal nulla. Comprese le pistole. Perfettamente funzionanti e pronte a esplodere colpi con i proiettili tradizionali. Secondo quanto riporta l’edizione americana di Wired, una compagnia di stampa in 3 dimensioni americana, la Stratasys, sta lavorando con i più importanti produttori di armi americani, compresa la Knight’s Armament Co. and Remington Arms per creare con questo sistema prototipi di pistole e fucili.
COMMERCIO ILLEGALE – L’idea ovviamente ha allarmato molti. Anche perché, sebbene i materiali e le formule impiegate per il progetto siano tenuti segreti, è chiaro che queste pistole sono metal free e dunque invisibili ai metal detector. Poi, certo, è da vedere se l’arma in questione è in grado di resistere all’esplosione dei proiettili. Altra caratteristica di queste pistole 3d è che non sono nemmeno particolarmente care, con costi che vanno dai 600 dollari ai 2000 dollari. Il Guardian ha scritto: «Vi immaginate cosa potrebbe capitare in America se tutti avessero la possibilità di stamparsi un’arma in casa senza alcun controllo e senza bisogno di una licenza?». Pensando alla strage della Columbine o a quella di Denver viene da pensare che la trovata sia davvero pericolosa perché mette chiunque nelle condizioni di fabbricarsi un’arma. Inoltre il commercio di queste pistole e fucili si sta diffondendo sul Deep Web, e cioè sui siti nascosti, dove viene spacciato di tutto, dalla droga alla armi, passando per le immagini pedopornografiche.
IL BUSINESS – Recentemente un armaiolo amatoriale, che opera sotto lo pseudonimo “HaveBlue” (che tra l’altro è il nome in codice utilizzato per i prototipi di caccia stealth che sono poi diventati i Lockheed F-117), ha annunciato in alcuni forum online di essere riuscito a stampare un’efficiente pistola calibro 22. Ma non solo. Un ingegnere del Wisconsin è riuscito a fabbricare un fucile automatico, l’AR-15 rifle, lo stesso usato da James Holmes nella strage di Denver. Qualcuno ha provato anche a creare una Wiki Weapon. Cody Wilson, studente di legge dell’Università del Texas, ha messo insieme un programma ma è stato interrotto quando la compagnia – ancora la Stratasys – che gli aveva spedito l’arma ha inviato uno staff di tecnici a casa sua per bloccare l’operazione. «Non l’ho neanche tirata fuori dalla scatola», ha detto il ventiquattrenne Cody Wilson, coordinatore del Defense Distributed, il collettivo online responsabile del progetto “Wiki Weapon”. Peccato che l’idea fosse quella di farlo diventare un business su larga scala. E nel frattempo è sempre più chiaro che con il diffondersi delle nuove tecnologie sia necessario creare delle norme ad hoc anche per le pistole e i fucili di questo in tipo. Soprattutto negli Stati Uniti. Un paese dove – secondo il Washington Post- 90 abitanti su 100 possiedono un’arma.
Della serie: se non ne avevate idea ora ve l’ho data io.
I media lavorano, e non solo sull’inconscio, seguendo gli input dall’alto.
L’oligarchia vuole caos, isteria, insicurezza e rabbia in orizzontale.
Combattiamoli alla fonte questi provocatori.

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