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Babygang e voodoo

E non solo lì

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People run while police fire tear gas during a protest demanding the resignation of Haiti's Prime Minister Ariel Henry after weeks of shortages, in Port-au-Prince, Haiti October 10, 2022. REUTERS/Ralph Tedy Erol

Ma li abbiamo anche noi

Spinti dalla fame e dalla povertà, ad Haiti bambini e adolescenti vengono reclutati dalle bande armate, subiscono maltrattamenti e commettono crimini sotto costrizione. Lo denuncia un rapporto dell’organizzazione Human Rights Watch (Hrw), evidenziando la vulnerabilità dei bambini di fronte alla crisi di sicurezza in cui continua a sprofondare il Paese caraibico di 11 milioni di abitanti.

In assenza di dati attendibili, il governo e le Ong umanitarie stimano che “almeno il 30% dei membri di gruppi criminali siano bambini”, specifica Hrw. Le Nazioni Unite e la maggior parte degli esperti stimano che il numero delle bande presenti ad Haiti sia pari a circa 200, con un totale di diverse migliaia di membri.
L’organizzazione per i diritti umani, con sede a Washington, stima che “centinaia, addirittura migliaia di bambini” si siano uniti a bande armate, in particolare per cercare di sfuggire alle condizioni di estrema deprivazione in cui vivono.

“Con le loro opzioni di sopravvivenza limitate, molti bambini ad Haiti sono attratti da gruppi criminali”, ha affermato Nathalye Cotrino, ricercatrice nella divisione Crisi e conflitti di Hrw. All’interno delle bande, i minori “si impegnano in attività illegali e si espongono a gravi rischi”, ha aggiunto la stessa fonte.

Nel corso di numerose interviste condotte da Hrw, i minatori hanno confermato che la fame è stata “il fattore principale” che li ha costretti a unirsi alle bande. “Non avevo niente. Non sono mai andato a scuola. Ero per strada, affamato, senza un posto dove dormire, senza vestiti”, ha raccontato Mathis. Il giorno in cui questo orfano di 14 anni, che si prende cura del fratello minore, si è unito a una banda, ha ricevuto “1.150 gourdes (8 euro) e cibo”.

A luglio una squadra di Hrw ha visitato Port-au-Prince, la capitale haitiana, l’80% della quale è controllata da bande armate. Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), nel Paese circa 2,7 milioni di persone, tra cui circa 500 mila bambini, vivono in aree dove i banditi la fanno da padrone.

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