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Berlusconi fa il pieno

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ma la sua piazza è ancora indecisa

 

Berlusconi ha riempito la piazza romana “siamo oltre un milione”,
Durissimo  l’attacco alla sinistra “ammanettata ad Antonio Di Pietro”, che “non ha il senso dello Stato”. Pesante, ma già sentita, l’accusa ai giudici di sinistra “che hanno dettato tempi e modi della campagna elettorale”. Non inedita la richiesta di un “forte mandato per una vera rivoluzione liberale nei prossimi tre anni”, con tanto di riforma presidenzialista, della giustizia, del fisco. La cosa più nuova è apparsa quindi l’esibito ottimo rapporto con Umberto Bossi, con il quale “l’alleanza terrà sempre, perché è un uomo di grande equilibrio, misura, lealtà. Uno come noi, del popolo, lontano dai salotti chic, con gli stessi valori e principi che abbiamo noi”. Altro che ‘competition’ con la Lega: il messaggio del premier – che cavalca non a caso anche temi cari al Carroccio come la lotta all’immigrazione ed la velleità della sinistra di farne un nuovo bacino di voto – è che la lealtà in politica paga.
Tutti gli esponenti dell’ex An sono sul palco e Berlusconi li chiama “amici”, ma a confronto con gli elogi a Bossi risalta il fatto che il Cavaliere neppure nomini il co-fondatore Gianfranco Fini, che dalla piazza si è tenuto distante per il suo ruolo istituzionale. Berlusconi lo dice subito: quella di San Giovanni è “una grande festa di libertà”. “Siamo tantissimi – allunga lo sguardo sulla folla – uomini e donne che amano la libertà e vogliono restare liberi. La maggiore forza politica del paese, che oggi con compostezza manifesta, si prende la scena con determinazione ed orgoglio non per andare contro qualcuno o per accendere falò di invidia e di odio, ma per difendere “il diritto di voto e di non essere spiati”. “Scendiamo raramente e con fatica in piazza – sottolinea il premier – ma quando ce vò ce vò…E questa volta è stato assolutamente necessario farlo”.
Ora è da vedere se  a Berlusconi riuscirà un vero e proprio miracolo, cioè convincere l’elettorato romano di centrodestra che è meglio sostenere lui, anche facendo così vincere i cialtroni presuntuosi da basso impero che pullulano fra coloro che gestiscono il pdl nel lazio o se seguire l’istinto e dare sfogo all’esasperazione lascandoli affondare tutti, così come i più minacciano dai primi di marzo.

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