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Birmania: pulizie etniche

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Da quando gli Usa sono suoi soci nel narcotraffico l’esercito ha le mani libere per i genocidi

Tatmadaw, l’esercito birmano, ha attaccato ed ucciso impunemente civili nelle zone etniche dello Stato Kachin e Shan, nel nordest del Paese. A denunciarlo è l’organizzazione per la tutela dei diritti umani Fortify Rights con un rapporto.
L’esercito birmano – ha spiegato Matthew Smith, direttore esecutivo dell’organizzazione – ha bombardato abitazioni, attaccato campi di fortuna ed è entrato nei villaggi aprendo il fuoco contro i civili. In alcuni casi i soldati si sono anche resi protagonisti di esecuzioni extragiudiziali”. Molti degli attacchi documentati da Fortify Rights si sono verificati in zone popolate esclusivamente da civili, senza la presenza di gruppi armati.

Il governo birmano vuole il controllo delle postazioni strategiche.
Secondo Smith gli attacchi sarebbero stati progettati per indebolire le strutture civili in sostegno agli eserciti etnici e per ottenere un controllo efficace delle postazioni strategiche, come rotte commerciali e zone ricche di risorse naturali.
“Lo Stato Kachin – si legge nel rapporto – è sede di depositi multimiliardari di giada, minerali e legname. Inoltre vi sono rotte commerciali verso la Cina ed è un notevole potenziale idroelettrico. Questi fattori sono sicuramente l’aggravate dei conflitti etnici e politici che risalgono a molti anni fa”.
Gli scontri tra il Tatmadaw e il Kachin Independence Army (Kia), sono rincominciati nel giugno del 2011 dopo ben diciassette anni di “cessate il fuoco” proprio quando i Kachin si sono rifiutati di abbandonare una postazione considerata strategica, vicino a dove deve essere realizzata la diga Myitsone, sul fiume Irrawaddy.

Attacchi del Tatmadaw anche nello Stato Karen.
Negli ultimi mesi anche nello Stato Karen – nella Birmania Orientale al confine con la Thailandia – si sono intensificati gli attacchi dell’esercito birmano che hanno provocato morti e feriti. Così, i principali gruppi armati Karen – Knla (Karen National Liberation Army), Kndo (Karen National Defense Organization), Dkba (Democratic Karen Buddhist Army) e Knla-Pc (Karen National Liberation Army – Peace Council) –, si sono riuniti e hanno formato il Kaf (Kawthoolei Forces Army).
Il generale Nerdah Mya, comandante della Kndo, in un’intervista a Karennews.org ha dichiarato che “gli attacchi dell’ultimo periodo hanno l’obiettivo di mettere le mani sulle risorse dei nostri territori. Ma noi non lo permetteremo. Il Kaf è nato proprio per questo. Per proteggere il popolo Karen e continuare la lotta fino alla costituzione di uno Stato indipendente”.

In Birmania il cambiamento deve ancora iniziare.

“La narrazione romantica di un radicale cambiamento politico del Paese non è coerente. In Birmania sono in corso crimini di guerra e una diffusa impunità. Se il governo vuole davvero la pace negli Stati etnici – ha concluso Smith nel rapporto di Fortify Rights – deve far cessare immediatamente gli attacchi contro i civili e tanti altri abusi che commette quotidianamente”.

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