Home Alterview Bologna: di depistaggio in depistaggio

Bologna: di depistaggio in depistaggio

0


Pacifici & co per il cambio del capro espiatorio (e dell’opportuno diversivo)

Gli ebrei al fianco degli ex neofascisti Mambro e Fioravanti per chiedere la verità sulla strage di Bologna. Una verità opposta a quella acclarata in indagini a senso unico nelle aule di giustizia, nel senso che sta portando dritta dentro la nebulosa terroristica palestinese dell’epoca. La comunità ebraica di Roma, per bocca del suo presidente Riccardo Pacifici, è scettica sulla pista nera per la bomba del 2 agosto 1980. È una ricostruzione ideologica, prima ancora che giudiziaria.

Che ha fatto torto alla verità e alla giustizia dovute alle vittime e ai loro familiari. «Quello che chiediamo è di riaprire le indagini e non accettare l’unica verità» che ha spedito all’ergastolo i vecchi capi dei Nar in un processo dove mancano movente, mandanti ed esecutori materiali, e dove la prova inoppugnabile della presunta colpevolezza è nella loro dichiarata appartenenza politica.

 

Ma cos’era successo in realtà? Cosa vogliono coprire accusando i palestinesi pur nel lodevole intento di refutare la pista fascista sulla strage di Bologna? Perché alla luce delle indagini che hanno dimostrato come quello “fascista” sia un depistaggio si torna ora sul depistaggio originario, preparato insieme alla strage?

Ai primi di agosto si è aperto un dibattito con una risposta probabilmente non lontana dalla verità.

Ecco i due link, da leggere in sequenza, e da non perdere:

http://www.fascinazione.info/2012/08/adinolfi-la-strage-alla-stazione-non-fu.html 

http://www.fascinazione.info/2012/08/strage-di-bologna-adinolfi-insiste.html 

Nessun commento

Exit mobile version