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Il caso Battisti apre la strada all’asilo politico per Pierluigi Bragaglia

Ha alle spalle 26 anni di latitanza e si porta dall’Italia una lunga lista di capi d’accusa, dalla banda armata e associazione sovversiva al sequestro di persona. E’ il profilo dell’ex terrorista nero Pierluigi Bragaglia, al quale il Brasile non esclude di dare l’asilo politico: proprio come potrebbe capitare a Cesare Battisti, ex terrorista anche lui, ma rosso. A riferire sull’eventualità dell’asilo a un ex fascista è stato ieri il ministro della giustizia, Tarso Genro, durante un’udienza presso le commissioni esteri e diritti umani del Senato centrata sul caso Battisti. Le parole di Genro davanti ai senatori hanno di fatto aperto la possibilità che un destino comune finisca per unire i due ex terroristi di colore politico opposto. “Non è ancora arrivata al mio ministero la richiesta di asilo per un ex fascista, responsabile di crimini analoghi a quelli di Battisti. Se arriverà e se le condizioni saranno simili, concederò il ‘rifugiò“, aveva detto Genro, senza riferire il nome dell’ ‘ex fascistà, che la stampa locale e fonti giuridiche consultate dall’ANSA hanno oggi identificato in quello di Bragaglia. La dichiarazione di Genro – esponente di spicco del Partito dos trabalhadores (Pt) del presidente Lula – era subito stata interpretata come un tentativo per riequilibrare la situazione sulla scia delle polemiche sollevate dallo spinoso caso Battisti. Proprio in occasione del dibattito, molti parlamentari dell’opposizione avevano rinnovato le critiche a Genro, accusato di voler privilegiare l’ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac). Sia Genro sia Lula hanno però più volte respinto le accuse di parzialità, ricordando la consolidata tradizione che ha il Brasile nella concessione dell’asilo politico, indipendentemente – puntualizza il governo – dall’ideologia di chi chiede di poter rimanere a vivere nel Paese. Bragaglia (50 anni, moglie brasiliana ed ex membro dei Nuclei armati rivoluzionari) è stato preso nel luglio del 2008 a Ilhabela, una piccola isola non lontana da San Paolo. Qualche giorno dopo la cattura, Roma aveva chiesto la sua estradizione al Supremo federale tribunale (Stf), che nei prossimi giorni dovrà pronunciarsi sul caso Battisti. Le coincidenze non finiscono qui, visto che il ‘relatorè del caso Bragaglia all’interno dell’Stf sarà Cesar Peluso, lo stesso di Battisti. Proprio sul ‘dossier Battistì, oggi c’è stata d’altra parte una novità: i suoi avvocati hanno fatto sapere che chiederanno al Tribunale di annullare l’estradizione richiesta dall’Italia, fatto che porterebbe a sua volta alla liberazione di Battisti. Secondo i difensori, i quattro crimini per i quali l’ex terrorista Pac è stato condannato in Italia sono infatti caduti in prescrizione. Tali delitti, precisano, sono prescritti dal 13 dicembre 2008, 20 anni dopo la prima sentenza ‘italianà che ha condannato all’ergastolo Battisti. Lo schema della difesa, hanno concluso gli avvocati, si basa sul fatto che in Brasile un crimine viene considerato in prescrizione dopo vent’anni.

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