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Servizi, logge, mitomanie, paranoie. Scambio di accuse e di contumelie nel pasticciaccio “Why not”

I carabinieri del Ros, su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, hanno perquisito gli uffici e l’abitazione di Gioacchino Genchi, il superconsulente dell’inchiesta “Why Not”. Gli uffici visitati dai militari sono quelli di piazza Principe Camporeale, a Palermo, e quello della caserma di polizia “Lungaro”, dove Genchi lavora da circa un mese (da quando è rientrato nel corpo della polizia di Stato). L’esperto informatico, indagato per abuso d’ufficio e violazione della privacy, è arrivato solo in tarda serata nei suoi uffici, di ritorno da Milano. REAZIONE – “Finalmente sono usciti allo scoperto e hanno gettato la maschera…” ha dichiarato Genchi, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Fabio Repici. “Secondo il pm – spiega Genchi – avrei eseguito delle violazioni nell’accesso dell’anagrafe tributaria, in particolare a Parma, Milano e Roma. Cosa posso dire? Finalmente sono usciti allo scoperto” E il suo legale Repici aggiunge: “La perquisizione è nata da una segnalazione della Procura di Marsala. Credo di non dover aggiungere altro. Basti ricordare chi è il procuratore di Marsala…”. Il riferimento è al procuratore capo Alberto Di Pisa. Sembra che Genchi abbia eseguito alcuni controlli nell’anagrafe tributaria di due persone che sarebbero risultate estranee agli accertamenti che stava eseguendo. Tutto ciò sarebbe stato reso possibile con una password assegnata su richiesta dei pm di Marsala. Genchi, in passato, aveva lavorato spesso con la Procura di Marsala nell’inchiesta sulla sparizione della piccole Denise Pipitone. L’INCHIESTA – Le perquisizioni a Gioacchino Genchi sono state disposte per verificare se i dati e i tabulati riguardanti parlamentari siano stati acquisiti in violazione della legge Boato. E’ quanto si precisa alla Procura della Repubblica “al fine di evitare allarmismi e strumentalizzazioni”. La perquisizione è stata disposta per verificare se nell’acquisizione delle intercettazioni di appartenenti ai Servizi di sicurezza siano state violate le procedure previste dalla legge per la formale opposizione del segreto di Stato e per la sua conferma o meno da parte del presidente del Consiglio. Le perquisizioni inoltre sono state disposte per verificare se ci siano state accessi indebiti e abusi nell’anagrafe tributaria. L’indagine come noto riguarda appunto questa anagrafe e anche la vicenda ‘Why not’. “PORCHERIE DEI ROS” – In precedenza, Genchi aveva già respinto le accuse secondo le quali avrebbe “tracciato” milioni di utenze. “Erano poco più di settecento” afferma il consulente dell’ex pm, Luigi De Magistris, in un’intervista sul settimanale ‘Left’. Respinte anche le accuse lanciate da Francesco Rutelli, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica): “Mai fatta un’intercettazione in vita mia – assicura Genchi. – Anzi no, una l’ho fatta, quando mi sono ritrovato ad ascoltare per errore una conversazione fra mia moglie e sua madre. Si sono voluti pulire i coltelli perché è dal 1989 che mi imbatto in porcherie fatte dal Ros. Mi hanno voluto colpire per quello che rappresento e ho rappresentato, e per il ruolo che ho avuto all’interno della polizia di stato”. “Tutti i soggetti a cui sono stati trovati paramenti massonici – aggiunge – sono stati sempre prosciolti. De Magistris, e nel mio piccolo forse anche io, ha avuto il primato di individuare delle logge, delle consorterie massoniche che poi possono chiamarsi Compagnia delle opere o Opus Dei”. Genchi conclude parlando degli effetti della sua partecipazione alla trasmissione televisiva Matrix: “Sarà un caso – afferma – ma dopo la mia partecipazione a Matrix, Mentana è stato costretto a dimettersi”.

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