Il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) è stato costretto a sospendere la distribuzione di aiuti di emergenza nello Sri Lanka, dove si stima che vi siano quasi 300.000 civili sfollati per la vittoriosa offensiva dell’esercito cingalese contro i ribelli ‘Tigri Tamil’. “Sì, abbiamo chiesto di avere accesso (alla zona, ndr), sì, siamo preoccupati”, ha confermato all’Ap Paul Castella, capo dell’ufficio del Cicr nell’isola. Castella ha spiegato che 19 lavoratori locali della Croce Rossa con le loro famiglie sono scomparsi: “Erano insieme ai civili e lavoravano attivamente sull’evacuazione medica: hanno subito la stessa sorte del resto della popolazione”. Il governo centrale di Colombo, ha indicato Castella, ha affermato di non aver bisogno di aiuto, ma il timore è che si voglia coprire una situazione catastrofica, dato che l’esecutivo ha proibito l’accesso alla stampa e agli aiuti umanitari internazionali per mesi: finora soltanto la Croce Rossa, in virtù del suo statuto speciale di neutralità, era stata ammessa, ma il nuovo divieto fa temere il peggio. Secondo il giornale britannico The Times, i civili sopravvisssuti che sono fuggiti dalla zona nordorientale dell’isola durante le ultime settimane di bombardamenti dell’esercito hanno dovuto guadare una laguna minata per raggiungere a piedi i campi profughi in cui le condizioni – secondo le testimonianze raccolte dal giornale – sono drammatiche. Il portavoce militare dell’esercito cingalese, Udaya Nanayakkara, ha detto che i soldati hanno tratto in salvo oltre 60.000 civili presi fra due fuochi nelle battaglie delle ultime settimane, e i medici militari hanno parlato di circa 1000 civili feriti, intrappolati in un ospedale di campo con poco cibo e senza medicinali.